La difesa a spada tratta dei diritti acquisiti in materia di aborto, famiglie e genitorialità, da parte di Luigi Di Maio fa bene al Movimento 5 Stelle che torna a veder crescere i propri consensi. Voti che forse arrivano da quella parte di elettorato sensibile ai temi sopra citati e che è scesa in piazza a manifestare contro alcune idee venute fuori dal Congresso mondiale delle famiglie. Secondo l’ultimo sondaggio Tecnè andato in onda il primo aprile su Quarta Repubblica, i Cinque Stelle guadagnano in una settimana l’1,1% portandosi quindi al 21%. Quanto basta per effettuare il contro sorpasso sul Partito Democratico sceso al 20,1%.
Sondaggi elettorali Tecnè: i problemi del Pd
I dem guidati da Zingaretti sembrano aver pagato a caro prezzo la decisione di riportare in vetrina il tema dello ius soli. A pesare sul segno meno sono anche le trattative sulle alleanze in vista delle elezioni europee. Il ritorno a casa degli ex Pd, fosse anche solo per l’appuntamento elettorale di maggio, potrebbe non piacere a quegli elettori che non vogliono un ritorno al passato. A peggiorare le cose si è messa poi anche la sortita del tesoriere dem Zanda sull’aumento dello stipendio ai parlamentari. Un’uscita che non è piaciuta né al segretario Zingaretti né tanto meno a quegli italiani che vedono come un pugno in un occhio qualsiasi aumento salariale dei professionisti della politica, soprattutto in un periodo di recessione economica.
Sondaggi elettorali Tecnè: Lega, periodo nero
Nel centrodestra a trazione leghista, è proprio il Carroccio a segnare il passo. Questa volta in negativo. Tecnè sonda la Lega in calo dello 0,7% al 31,9%. Il partito di Salvini paga sia i toni troppo accesi sul Congresso mondiale delle famiglie che i risultati economici deludenti del governo. L’Ocse ha bocciato l’Italia su crescita e politica economica dell’esecutivo. Sul banco degli imputati, oltre al reddito di cittadinanza, è stata messa quota 100, misura fortemente voluta dalla Lega e definita dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, portatrice di disuguaglianze. A beneficiare, anche se di poco del calo leghista, sono i due alleati d’area: Forza Italia e Fratelli d’Italia. Gli azzurri di Berlusconi crescono al 12,1%, rimanendo quindi sopra il 10%, asticella da mantenere ferma in vista delle europee. Il partito di Meloni invece rimane stabile al 4,6%. Ancora molto alta l’astensione e il numero di indecisi (41,9%).
Sondaggi elettorali Tecnè: nota metodologica
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