Recessione Italia 2019: Tajani “governo non fa nulla”, Juncker è preoccupato
I presidenti di Commissione e Parlamento europeo esprimono preoccupazione per la recessione economica nel nostro Paese. Conte: “Rallentamento era previsto”
Lo stato dell’economia italiana genera inquietudini a diverse latitudini. Dopo la pubblicazione del Rapporto Ocse sull’Italia di lunedì scorso, che segna un -0,2% di crescita nel 2019, due rappresentanti dell’Unione europea esprimono preoccupazione per l’annunciata recessione.
Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani punta il dito contro il governo: “L’Italia è in recessione e il governo fa finta di nulla. Come gli struzzi mette la testa sotto la sabbia“, attacca.
Il vicepresidente di Forza Italia sostiene che le ricette contro la recessione ci sono, ma è il governo a non volerle applicare. “Sono mesi – dice il braccio destro di Silvio Berlusconi – che diciamo che bisogna cambiare la politica economica, ridurre le tasse, realizzare le infrastrutture”. E tuona: “È il governo che non fa nulla“.
Recessione Italia 2019, Juncker: “Più sforzi dal governo italiano”
Da Palazzo Chigi, dove ha incontrato il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, anche Jean-Claude Juncker ha espresso timore per l’andamento della crescita nel nostro Paese.
“Sono leggermente preoccupato per il fatto di vedere che l’economia italiana continua a regredire” ha detto il presidente della Commissione europea. E ha aggiunto: “Auspico che le autorità italiane facciano sforzi supplementari per mantenere in vita la crescita italiana“,
Un giudizio sullo stato di benessere del nostro Paese che arriva dopo le rassicurazioni del premier italiano. Durante la conferenza stampa congiunta proprio il capo del governo aveva tentato di rassicurare gli animi. “Il governo aveva previsto il rallentamento del debito pubblico – ha detto Conte – per questo ha elaborato una manovra espansiva, ma responsabile, approvando misure di cui il paese necessitava da troppi anni per ristabilire equità sociale”.
Eppure, il giudizio del numero uno della Commissione resta. Un giudizio che nemmeno la dichiarazione finale “tra Italia e Commissione Ue è grande amore” è riuscita a smorzare.
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