Reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza: per qualche giorno sono stati sospesi i termini per presentare le domande per accedere alle misure istituite dal Governo. A comunicarlo è stato il Ministero del Lavoro motivando la sospensione temporanea con la necessità di aggiornare i moduli.
Reddito di cittadinanza, nessuna penalizzazione per i cittadini
Gli aggiornamenti degli stessi moduli si sono resi necessari a causa degli interventi di modifiche al testo del decreto n. 4/2019 pubblicato il 28 gennaio 2019 in Gazzetta Ufficiale e successivamente convertito in legge. È stato anche chiarito che ciò non comporterà alcuna penalizzazione ai cittadini. Il termine della sospensione non intacca nessuna delle scadenze in vigore per la presentazione delle domande.
Reddito di cittadinanza, modifiche al testo del D.L. 4/2019
Il motivo dell’aggiornamento, come detto, è dipeso dalle novità sul contenuto del testo di legge. Testo che nella sua versione definitiva prevede per gli extra comunitari procedure più stringenti (necessaria una puntuale documentazione) sulla composizione del nucleo familiare. Ma non è l’unico cambiamento. C’è anche la variazione che interessa famiglie con disabili con una estensione della platea potenziale e un aumento fino a 7500 euro del tetto del patrimonio riguardante beni mobiliari per ogni componente con una disabilità grave o non autosufficiente.
Inps: disponibili modelli online per domande reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza
Nel frattempo l’Inps ha comunicato in data 2 aprile la disponibilità dei nuovi modelli online per le domande di reddito e pensione di cittadinanza.
Nella comunicazione ufficiale l’Istituto ha annunciato “sono stati pubblicati sul sito Internet dell’Inps www.inps.it il modello aggiornato per la presentazione della domanda del Reddito di cittadinanza e della Pensione di cittadinanza e i nuovi modelli COM Ridotto ed Esteso che recepiscono le modifiche introdotte in sede di conversione del Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4 (L. 26 del 2019, pubblicata in G.U. n. 75 del 29.3.2019)”.
Infine dall’Inps hanno fatto sapere che la pubblicazione è avvenuta “dopo avere sentito il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ed avere ricevuto il parere del Garante per la tutela in materia di dati personali”.
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