Il Codice rosso, il ddl sulla violenza sulle donne firmato da Bonafede e Bongiorno, è attualmente in esame alla Camera dei deputati.
Sebbene di base ci sia una convergenza tra i partiti di maggioranza su vari suoi punti, la posizione del Carroccio sulla castrazione chimica aveva fatto perdere il buon umore ai cinque stelle. Ciò ha spinto la Lega al dietrofront, tanto che l’emendamento è stato ritirato in questi giorni.
Cos’è la castrazione chimica
A parlare di castrazione chimica a molti viene in mente il celebre caso di Alan Turing, scienziato inglese condannato negli anni Cinquanta per una relazione omosessuale, che scelse di sottoporsi ad un trattamento a base di estrogeni per sottrarsi alla pena detentiva.
Essa è una forma di trattamento terapeutico, solitamente reversibile, attraverso la quale si mira ad inibire la libido sessuale. Normalmente ciò avviene con iniezioni periodiche di ormoni che abbassano i livelli di testosterone.
Cosa prevedeva l’emendamento della lega
L’emendamento leghista mirava alla modifica dell’art. 165 del codice penale, prevedendo che la sospensione condizionale della pena per reati come la violenza sessuale potesse essere subordinata alla castrazione del condannato.
Visto il pregiudizio che tale trattamento arreca all’integrità psico-fisica della persona, era previsto che potesse aversi solo su base volontaria e mai per imposizione.
Il ritiro dell’emendamento
L’emendamento ha suscitato molte polemiche in seno alla stessa maggioranza. Si è fatta sentire Giulia Grillo, ministro della salute: ”
“Oltre che ministro sono anche un medico, quindi non posso essere a favore di un provvedimento che riduca l’integrità psicofisica di una persona.È praticamente impossibile che dia parere favorevole, lavoriamo sull’inasprimento delle pene, è là, fra virgolette, che dobbiamo castrare certi comportamenti, che sono obbrobriosi”.
Del resto la castrazione chimica, già da tempo cavallo di battaglia della lega, non era stata inserita nel contratto di governo, vista la lontananza di vedute con i pentastellati sul tema.
La lega non cambia idea sulla castrazione chimica
Il ritiro dell’emendamento non rappresenta però un ripensamento, ha voluto specificare il ministro Salvini. La posizione della lega rimane ferma sul sì alla castrazione chimica. Il vice premier ci ha tenuto infatti a ribadire che il passo indietro è stato fatto solo per evitare un affossamento del codice rosso.
La lega ha annunciato che sta lavorando ad una proposta di legge organica, che dovrebbe mirare all’introduzione della castrazione chimica per i condannati di diversi reati a sfondo sessuale, in particolare per casi di pedofilia. Piuttosto spinta al riguardo la Bongiorno, che dice:”Chi pensa che sia qualcosa di preistorico significa che non conosce la legge, è casomai qualcosa all’avanguardia“.
È vero che misure analoghe si riscontrano in diversi ordinamenti europei, anche se in nessuno di essi la castrazione chimica ha carattere obbligatorio.
Staremo a vedere come il Carroccio sceglierà di declinare tale strumento nella proposta di legge in uscita.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it