Governo ultime notizie: alleanza Pd-M5S, come potrebbe avverarsi e perché
Per il sociolgo Ricolfi il Pd di Zingaretti non conquisterà abbastanza consensi per tornare da solo al governo. Ricolfi: “Dovrà allearsi con il M5S”
Se il PD vuole tornare al governo l’unica strada possibile è l’alleanza con il Movimento Cinque Stelle. A dirlo è Luca Ricolfi, sociologo, docente all’Università di Torino e presidente della fondazione Hume.
Intervistato da Italia Oggi, il professore analizza lo stato di salute dei partiti di maggioranza e opposizione. In particolare, si sofferma sulle prospettive della nuova segreteria PD, capitanata da Nicola Zingaretti.
“La mia sensazione è che sarà una segreteria più compatta di quella renziana, se non altro perché nessuno vuol tornare alle guerre fratricide del passato – riflette Ricolfi -. A parte questo, che comunque non è poco, suppongo assisteremo a una deriva alla Corbyn-Saunders, ovvero a una sinistra che si sforza di diventare molto più assistenziale e ostile al mercato”.
Governo ultime notizie: perché unire la sinistra non basta
Secondo il sociologo, il PD di Zingaretti avrebbe tutte le carte in regola per riparare alla scissione di Bersani e riconquistare l’elettorato più a sinistra.
“Se intende riportare all’ovile le pecorelle smarrite che, con scarso successo, cercava di intercettare LEU, direi che la risposta è sì, il magnete di Zingaretti potrebbe essere efficace“, afferma Ricolfi.
Ma la soluzione potrebbe non essere quella definitiva per i Dem, che devono fare i conti anche con un’altra fetta di elettorato andato via negli ultimi anni. “Se invece intende riportare a sinistra quella parte dell’elettorato progressista che disapprova le politiche di accoglienza dei gloriosi anni renziani direi proprio di no. Anche perché l’unico che poteva tentare l’operazione, cioè Marco Minniti, si è ritirato in buon ordine”.
Del resto, a pesare nella scelta delle strategie democratiche, sono soprattutto le percentuali di consenso. “La sinistra attirata da Leu vale al massimo il 5% dell’elettorato, mentre quella stufa degli sbarchi, a mio parere, vale intorno al 15%”, sottolinea Ricolfi.
Se si somma questo 5% allo “zoccolo duro” del Pd, ovvero a quel 17-18% delle scorse elezioni, non si supera il 23%. Una percentuale troppo bassa per sperare in una riconquista della maggioranza parlamentare.
E se, come sostiene Ricolfi, quel 15% di elettorato progressista non voterà per il PD targato Zingaretti, la soluzione resta una sola. Conti alla mano, per il sociologo l’unica possibilità di riportare il Partito Democratico a Palazzo Chigi, passa per nuove intese: “Con il suo risicato 20-25%, se vuole tornare al governo, il PD sarà costretto ad allearsi con i Cinque Stelle”.
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