Le associazioni dei risparmiatori truffati dalle banche hanno dato il loro via libera allo schema di rimborso negoziato dal ministro Tria. A dire di sì sono state 17 sigle su 19. Le altre due, Noi che credevamo in Bpvi e il Coordinamento Don Torta, si sono riservati di prendere una decisione dopo aver esaminato i testi dei decreti attuativi.
L‘incontro di martedì 8 aprile a Palazzo Chigi tra il premier Conte, il ministro Tria e i rappresentati dei risparmiatori, rappresenta un importante passo avanti nella vicenda.
Che la soluzione fosse negoziata con i diretti interessati, era stato uno dei paletti imposti dallo stesso vicepremier Di Maio: “L’unica linea che può passare è quella dettata dagli stessi truffati, non passa né la mia né quella di un altro altrimenti è inutile che facciamo i rimborsi”.
Ora si attendono i decreti attuativi da parte del Tesoro che daranno il via ai rimborsi con la regola del doppio binario.
Rimborso truffati banche: la linea Tria del doppio binario
Come concordato nelle scorse settimane con l’Unione europea, la linea voluta dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria prevede un doppio binario per l’erogazione dei rimborsi.
Potranno accedere ai risarcimenti automatici coloro che nel 2018 hanno avuto un reddito fino a 35mila euro o un patrimonio mobiliare fino a 100mila euro.
I truffati che superano queste linee soglia, invece, dovranno avvalersi di un arbitrato semplificato, gestito da una commissione di 9 esperti tra magistrati, avvocati dello Stato ed ex arbitri Consob e Bankitalia.
I risparmiatori truffati riceveranno un indennizzo fino al 30% del costo d’acquisto, in caso di azioni, e fino al 95%, in caso di obbligazioni subordinate.
Secondo le stime elaborate in via XX settembre, questa strategie porterebbe alla liquidazione del 90% dei casi attraverso il binario del rimborso diretto. Stime ritenute troppo ottimistiche dalle associazioni che posizionano l’asticella intorno al 40%.
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