Pensioni ultime notizie: Quota 100 scontro Telese-Puglisi “stattene zitto”
Sul fronte pensioni ultime notizie riportano il duro scontro verbale tra il giornalista Luca Telese e l’economista Riccardo Puglisi. Il nodo centrale del diverbio? Quota 100, naturalmente. La misura introdotta per superare la riforma Fornero e fornire una nuova soluzione di pensione anticipata. È successo alla trasmissione L’aria che tira, in onda su La 7 e condotta da Myrta Merlino.
Pensioni ultime notizie: Telese e Puglisi si scontrano su Quota 100
“Si parla di aiuti alle famiglie con bambini piccoli?” domanda l’economista. “Allora perché il governo mette ancora soldi, cioè 7 miliardi di euro, per Quota 100, per la generazione che sta meglio”. A questo punto Telese interrompe Puglisi, affermando che i soldi investiti per Quota 100 sono stati 4 miliardi. “Sono 7 miliardi”, ribatte Puglisi. “Telese, studia! Fai sempre figuracce!” è questo l’inizio del diverbio verbale.
Pensioni ultime notizie: Quota 100 e la staffetta generazionale
Mentre Telese difende la nuova soluzione pensionistica, attuata “per mandare in pensione le persone che non riescono più a stare al lavoro”. Ma Puglisi non ci sta e lo apostrofa come “ipocrita e populista”. Quindi, mentre Telese continua a difendere le finalità della misura, Puglisi gli intima di stare zitto. Poi rincara la dose, invitando Telese a fare un’inchiesta sull’Inps. “Come mai, quando c’era Boeri, si sapeva quanti sono i disoccupati che hanno aderito a Quota 100, mentre adesso non si sa? Se Quota 100 viene scelta dai disoccupati, non c’è nessuna staffetta generazionale da fare”.
Pensioni ultime notizie: Quota 100 “per chi ha lavorato 38 anni”
Telese cita allora uno studio della Cisl, un sindacato non favorevole a Quota 100, che rivela come tra le prime 120 mila domande, stando a un’analisi di campione, “una grande percentuale era formata da disoccupati, ovvero gente che non era né al lavoro né in pensione”. “Mi stai dando ragione, amore mio!” interviene Puglisi. Dall’altra parte Telese ribatte che è più importante sistemare le persone che non potevano andare in pensione con il vecchio regime. “Se chi ha lavorato 38 anni e non riesce andare in pensione, è un problema che va risolto. Chi se ne frega se non c’è sostituzione”, ha concluso.
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