Telecamere nascoste a casa o al lavoro: quando è legale e rischi

Pubblicato il 11 Aprile 2019 alle 12:20 Autore: Claudio Garau

Telecamere nascoste a casa o a lavoro: entro quali condizioni e finalità è possibile installarle? Che cosa dice la legge in proposito?

Telecamere nascoste a casa o al lavoro, quando è legale e rischi
Telecamere nascoste a casa o al lavoro: quando è legale e rischi

È interessante domandarsi se, a casa o nei luoghi di lavoro, sia possibile piazzare delle telecamere nascoste, finalizzate a registrare, a loro insaputa, i comportamenti di familiari o lavoratori. Vediamo di seguito se per l’interessato sussiste sempre questa libertà e facoltà, oppure se essa subisce limitazioni o divieti.

Telecamere nascoste in casa: è possibile? a quali condizioni?

L’eventualità che una persona voglia mettere una telecamera in casa per spiare, ad esempio, la moglie, non è un’eventualità remota. Si tratta magari di quei casi in cui un marito sospetta una possibile infedeltà della moglie e voglia controllare in segreto tutti i suoi comportamenti negli ambienti domestici. La regola generale è che filmare altre persone è possibile soltanto se la registrazione di immagini non avvenga presso l’abitazione o gli altri luoghi di privata dimora del soggetto registrato. Inoltre colui che fa la registrazione deve essere parte attiva del video, altrimenti sarebbe configurato il reato di interferenze illecite nella vita privata altrui.

Come anche acclarato dalla giurisprudenza della Cassazione, pertanto, filmare il coniuge quando, ad esempio, fa le pulizie in salotto o comunque quando è da solo in casa, non è consentito dalla legge. Ciò in quanto sarebbe altrimenti intaccata una sfera di intimità che la vittima della registrazione non aveva già condiviso con colui che fa il video.

In sintesi, è la presenza o meno nel video, da parte dell’interessato, che funge da linea di demarcazione. È reato utilizzare una telecamera o un registratore per spiare qualcuno in casa, in propria assenza. Viceversa, se l’autore è presente nel video, non si tratta di illecito penale. Se vorrà essere assente e comunque filmare i presenti in casa, potrà farlo in modo legale, soltanto previa accettazione della persona o delle persone filmate. Laddove non vi sia consenso all’intrusione nella sfera privata di intimità, sarà illegale filmare.

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Per quali finalità è possibile usare le telecamere nascoste a lavoro?

Una questione connessa a quella sopra esposta, ma che ha una risposta differente, è quella relativa alla possibilità o meno, per l’azienda o Pubblica Amministrazione, di usare una o più telecamere per riprendere i dipendenti, al fine di individuare eventuali illeciti da essi commessi. In base all’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori, il datore di lavoro può servirsi di telecamere, però nella mera finalità di tutelare l’azienda o l’ufficio pubblico da possibili rischi oppure per esigenze organizzative e produttive. Non potrà pertanto installare apparecchi vicino alla macchina del caffè per controllare quanto tempo i dipendenti sostano nelle vicinanze, oppure per verificare che questi non si allontanino dal luogo di lavoro, senza autorizzazione. Non potrà cioè spiare deliberatamente i propri dipendenti.

Però avrà diritto di inserire un impianto di videosorveglianza in un ambiente in cui occorre vigilare che un macchinario funzioni correttamente; e sarà possibile installare telecamere anche nei supermercati o altri locali commerciali, per prevenire, ad esempio, furti e rapine.

Telecamere nascoste a lavoro: a quali condizioni?

Oltre che a finalità specifiche, la possibilità di inserire impianti di videosorveglianza è soggetta anche a condizioni tassative. Pertanto il datore di lavoro dovrà fare una comunicazione preventiva alle RSU o alle RSA, in modo da accordarsi sui contenuti dell’installazione e utilizzo di tali impianti. In alternativa, potrà chiedere autorizzazione alla Direzione Territoriale del lavoro. Inoltre, l’azienda o PA dovrà preventivamente avvisare i lavoratori della presenza delle telecamere, attraverso cartelli ben visibili in ufficio. Sarà poi onere del datore di lavoro designare un soggetto che gestisca i dati raccolti, al fine di garantire comunque la privacy degli interessati. Le immagini dovranno peraltro essere eliminate dopo 24 ore dalla registrazione. Tutte queste condizioni dovranno essere rispettate, al fine di non incappare in illeciti penali.

Laddove gli elementi richiamati non siano rispettati, vi saranno conseguenze non di poco conto. Da un lato, i filmati registrati non saranno utilizzabili in un eventuale processo e non varranno quindi come prova. Dall’altro lato, sarà integrato il reato di violazione del divieto di controlli a distanza sui lavoratori, ovvero di violazione della privacy, come peraltro chiarito dalla Cassazione nella sentenza n. 4564 del 2018.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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