È una di quelle immagini destinate a fare la storia della scienza. Per la prima volta una fotografia testimonia l’esistenza dei buchi neri.
Quello catturato dagli scienziati del progetto Event Horizon Telescope (Eht) si chiama Messier 87 e si trova al centro della galassia Virgo, situata a 55 milioni di anni luce da noi, e ha una massa di 6,5 miliardi di volte quella del Sole.
Il successo messo a segno è il risultato di una collaborazione internazionale, a cui l’Italia ha partecipato con Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Grazie a una rete di telescopi distribuiti in tutto il mondo, gli scienziati hanno creato un solo osservatorio in grado di raggiungere la risoluzione necessaria per catturare l’immagine di uno dei buchi neri a noi più vicini. La scoperta è stata preceduta da sei articoli pubblicati nel numero speciale della rivista The Astrophysical Journal Letters.
L’annuncio è stato dato contemporaneamente in sette conferenze stampa internazionali a Bruxelles, Lyngby, Santiago, Shanghai, Tokyo, Taipei e Washington.
Prima foto buco nero: un anello luminoso in grado di risucchiare ogni cosa
La difficoltà di fotografare queste particolari regioni dello spaziotempo sta nell’enorme attrazione gravitazionale che esercitano, in grado di risucchiare qualsiasi cosa, persino la luce.
Ciò che la rete di telescopi è riuscita a catturare è quindi il confine di un buco nero, quello che gli esperti chiamano “l’orizzonte degli eventi“. L’anello luminoso che si vede in foto, quindi, sarebbe proprio il limite di quella regione dalla quale non arriva nessuna radiazione elettromagnetica. Ovvero nessun raggio di luce. Ciò che vediamo, insomma, è l’ombra del buco nero.
L’immagine servirà agli scienziati per fare chiarezza su alcuni punti fondamentali della fisica teorica e della Teoria della relatività generale di Albert Einstein.
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