Da una dozzina di miliardi di euro fino a 60 miliardi di euro: di queste cifre si parlava in merito al costo della flat tax 2020, la misura voluta fortemente dalla Lega e su cui il M5S ha messo qualche paletto. “Non deve aiutare i ricchi”, ha detto Di Maio. “Loro hanno avuto il reddito di cittadinanza, ora tocca alla flat tax”, la risposta di Salvini. Batti e ribatti, con alcune notizie contraddittorie alla vigilia del Def, alla fine la flat tax ha trovato il suo (piccolo) spazio nel Decreto, ma senza aliquote. E adesso, così come per ogni misura varata dal governo, ci si fa la solita domanda: dove prendere le risorse per coprire l’investimento sulla flat tax?
Flat tax 2020: dall’estensione del regime forfettario a…?
Va detto che la flat tax è uno dei cardini principali del contratto di governo, un punto d’incontro tra Lega e Movimento 5 Stelle. La flat tax vera e propria non si è potuta fare subito: si è iniziato con un antipasto. Più che una flat tax, si è trattato di un’estensione del regime forfettario, con aliquota sostitutiva Irpef al 15% per redditi fino a 65 mila euro annui. Il progetto per il 2020 è estendere (o meglio, attuare) la flat tax per lavoratori dipendenti e famiglie e agendo anche sull’Irpef.
Nel programma originario, in verità, più che flat tax si doveva parlare di dual tax. Si parlava infatti di due aliquote, al 15% e al 20% in base al reddito annuo, rispettivamente fino a 65 mila euro e fino a 100 mila euro.
Flat tax 2020: il problema dei costi
Ma ci sono dei conti da fare. Sul piatto ci sono 52 miliardi di euro da trovare per evitare l’aumento dell’Iva (ridotta al 13%, la ordinaria al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021). In più ci sono i costi di Quota 100, che dovrà durare altri 2 anni, reddito di cittadinanza e, per l’appunto, flat tax. Le stime di crescita della nostra economia sono al ribasso. Stando a dati e numeri le prospettive non sono rosee, al di là delle promesse del governo. Perché se da un lato ci sono i numeri, dall’altro ci sono le parole. E nuove promesse. E questo può preoccupare i mercati e gli organismi nazionali e internazionali.
Flat tax 2020? Ok, ma l’Iva aumenterà
E a proposito di aumento dell’Iva e crescita del debito pubblico, non si placano le discussioni sulla flat tax. Salvini insiste affermando che ci sarà con un’aliquota del 15% per le famiglie con reddito fino a 50 mila euro annui. Dal Movimento 5 Stelle fanno sapere la propria ostilità nei confronti della misura qualora tuteli solo i ricchi, e per questo si parla già di possibili scaglioni, o comunque di un principio di proporzionalità che aiuti il ceto medio, cosa che però smonterebbe l’impianto originario della flat tax. Già Salvini ebbe a dire che si chiamava flat tax proprio perché trattasi di tassa unica.
Ma tra i due “litiganti” c’è una terza voce che tuona più delle altre: quella del ministro Giovanni Tria. La flat tax ci sarà solo se aumenterà l’Iva, altrimenti sarà impensabile inserirla nel programma. Questo il “tuono” che alla fine ha convinto i due vicepremier. Il risultato finale è che per sterilizzare le clausole di salvaguardia bisognerà trovare 23 miliardi di euro e che la flat tax, seppur presente, fa la figura di un’attrice di secondo piano. E così, “nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica”, il governo “intende continuare nella riforma delle imposte sui redditi”. Nessuna cifra ad avvalorare un concetto che si può definire generico.
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