Papa Ratzinger sulla pedofilia nella Chiesa “nata dal collasso morale del ’68”

Papa Benedetto XVI torna a parlare in un lungo articolo in cui affronta il tema della pedofilia nella Chiesa. E punta il dito contro la rivoluzione del ’68

Papa Ratzinger sulla pedofilia nella Chiesa “nata dal collasso morale del ’68”

È un’analisi e insieme un’accusa quella che il papa emerito Benedetto XVI mette nero su bianco in un lungo articolo di 18 pagine pubblicato sul mensile tedesco Klerusblatt.

Papa Ratzinger parla di pedofilia e scrive di messo insieme degli “appunti”, che possano essere di aiuto nell’affrontare la questione. Appunti che arrivano proprio dopo il summit del febbraio scorso voluto da Papa Francesco per discutere della questione insieme ai presidenti delle conferenze episcopali di tutto mondo. Quasi a voler far sentire la sua voce sulle conclusioni tratte qualche mese fa.

Nella sua lunga riflessione, pubblicata in traduzione dal Corriere della Sera, il papa emerito punta il dito fuori e dentro la Chiesa, colpevole di non aver saputo rispondere con decisione allo scandalo della pedofilia.

Papa Ratzinger: “La rivoluzione del ’68 ha sdoganato la pedofilia”

Nella prima parte della sua riflessione, Joseph Ratzinger parte dall’analisi degli anni della rivoluzione sessuale. Anni a cui fa risalire il “collasso morale” che ha coinvolto anche la Chiesa.

“Tra le libertà che la Rivoluzione del 1968 voleva conquistare c’era anche la completa libertà sessuale, che non tollerava più alcuna norma – scrive Benedetto XVI -. Della fisionomia della Rivoluzione del 1968 fa parte anche il fatto che la pedofilia sia stata diagnosticata come permessa e conveniente. Mi sono sempre chiesto come in questa situazione i giovani potessero andare verso il sacerdozio e accettarlo con tutte le sue conseguenze”.

Per Papa Ratzinger, mentre il mondo fuori cambiava “nello stesso periodo si è verificato un collasso della teologia morale cattolica che reso inerme la Chiesa di fronte a quei processi nella società”.

“Si affermò ampiamente la tesi per cui la morale dovesse essere de­finita solo in base agli scopi dell’agire umano. Il vecchio adagio «il fine giustifica i mezzi» non veniva ribadito in questa forma così rozza, e tut­tavia la concezione che esso esprimeva era divenuta decisiva – spiega Benedetto XVI -. Non c’era più il bene, ma solo ciò che sul momento e a seconda delle circostanze è relativamente meglio”.

Inoltre, spiega il papa emerito, iniziò a diffondersi l’idea che “alla Chiesa spetti la competenza ultima e definitiva («infallibilità») solo sulle questioni di fede, mentre le questioni della morale non potrebbero divenire oggetto di decisioni infallibili del magistero ecclesiale”. Questo approccio, quindi “costringe la Chiesa al silenzio proprio dove è in gioco il confine fra verità e menzogna”.

Papa Ratzinger: “Chiesa troppo garantista con i preti accusati”

Nella seconda parte del suo contributo, il papa analizza i cambiamenti intervenuti nella preparazione al sacerdozio proprio a partire dagli anni ’60.

In diversi seminari si formarono club omosessuali che agivano più o meno apertamente – racconta Papa Ratzinger -. Durante i pasti comuni, i seminaristi stavano insieme ai referenti pastorali coniugati in parte accompagnati da moglie e figlio e in qualche caso dalle loro fidanzate. Il clima nel seminario non poteva aiutare la formazione sacerdotale”.

E sul tema della pedofilia, “divenuta scottante solo nella seconda metà degli anni ’80 “, Benedetto XVI ammette i limiti. “Il diritto canonico – scrive – non appariva sufficiente per adottare le misure necessarie“. Ma non solo.
“A questo si aggiunse un problema di fondo che riguardava la concezione del diritto penale. Ormai era considerato «conciliare» solo il così detto «garantismo» – spiega Papa Ratzinger -. Il loro diritto alla difesa venne talmente esteso nel senso del garantismo che le condanne divennero quasi impossibili“.

Papa Ratzinger: “L’idea di un’altra chiesa ha già fallito”

Nell’ultima parte del suo articolo, papa Benedetto traccia alcune prospettive possibili. “Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo creare un’altra Chiesa affinché le cose possano aggiustarsi? Questo esperimento già è stato fatto ed è già fallito“, scrive.

Ancora una volta Papa Ratzinger guarda ai cambiamenti fuori dalla Chiesa.

“Quando in una società Dio muore, essa diviene libera, ci è stato assicurato. In verità, la morte di Dio in una società significa anche la fine della sua libertà, perché muore il senso che offre orientamento“. E aggiunge: “In alcuni punti, allora, a volte diviene improvvisamente percepibile che è divenuto addirittura ovvio quel che è male e che distrugge l’uomo. È il caso della pedofilia. Teorizzata ancora non tempo fa come del tutto giusta, essa si è diffusa sempre più”.

L’unica soluzione possibile è quindi un ritorno alla fede: “È richiesto prima e soprattutto il rinnovamento della Fede nella Realtà di Gesù Cristo dato a noi nei Santi Sacramenti”. E conclude: ” Sì, c’è il peccato e il male nella Chiesa. Ma anche oggi c’è la Santa Chiesa che è indistruttibile“.

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