Tasse sulla busta paga, l’Italia risulta piuttosto tartassata e sotto certi aspetti inferiore alla media europea. Sono questi i risultati emersi dal report Ocse (Taxing Wages 2019) sul cuneo fiscale che carica sulla busta paga, pesando in qualità di tasse sul lavoratore dipendente e sul datore di lavoro. L’Italia è sempre sul podio, anche se non sul gradino più alto. Inferiore alla media europea sotto l’aspetto della retribuzione media e della busta paga netta. Ecco i numeri.
Busta paga: tasse e cuneo fiscale, Italia in alto
In merito al cuneo fiscale sulla busta paga, con le tasse che pesano su datori di lavoro e lavoratori e sulla famiglia, l’Italia è al secondo posto con una quota pari al 39,1%. Davanti a noi solo la Francia (39,4%), ma i transalpini registrano una leggerissima variazione in negativo rispetto allo scorso anno (-0,07%), mentre l’Italia presenta un differenziale dello 0,53%. Tutto questo a fronte di una media Ocse pari al 26,6%.
Busta paga: il peso delle imposte sui lavoratori single
La situazione cambia se invece andiamo a vedere come pesa il carico fiscale sul salario dei lavoratori single e senza figli a carico. Qui la classifica cambia e la Francia scende al quarto posto (47,6%). Al primo posto troviamo il Belgio (52,7%), seguita dalla Germania (49,5%), mentre sul gradino più basso del podio ecco l’Italia (47,9%, con un differenziale dello 0,2%). Cala la media mondiale, ma si attesta comunque al 36,1%, ovvero lontana dai valori registrati dai Paesi dove il cuneo fiscale si fa più pesante.
Busta paga: a quanto ammonta il netto
Andando poi ad analizzare il dato delle imposte e dei contributi previdenziali che pesano sul lavoratore single e senza figli a carico, la busta paga netta ammonta al 68,8%, ovvero circa 6 punti percentuali in meno rispetto alla media Ocse (74,5%). I numeri si fanno più clementi se guardiamo a una situazione familiare, monoreddito e con due figli a carico: qui il netto cresce fino all’80%, inferiore di quasi 6 punti percentuali rispetto alla media Ocse (85,8%).
Busta paga e imposte: quali soluzioni?
Analizzando le riforme fiscali, l’Ocse cita le quattro avvenute in Belgio, negli Stati Uniti, in Estonia e in Ungheria. Importante il fatto che negli altri Paesi non se ne parli abbastanza o, meglio, non si faccia abbastanza. Tra media retributiva mondiale bassa e crescita del debito pubblico, l’Italia è tra i Paesi maggiormente analizzati in prospettiva. Risulta comunque evidente il discorso legato alla gestione dei conti pubblici, nonché alla necessità di una riforma che rallenti la crescita del debito (il Fmi ha parlato di colpire il reddito patrimoniale, tassando la prima casa) e che abbatta invece le imposte sul lavoro.
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