Il piano industriale che L’Ad di Rai Fabrizio Salini presenterà domani – martedì 16 aprile – potrebbe determinare una piccola “rivoluzione” dalle parti di Viale Mazzini.
Rai Movie e Rai Premium: nuovi canali in arrivo
A quanto riferiscono le indiscrezioni accreditate dal Giornale, infatti, sembra che Rai Movie e Rai Premium siano destinati a chiudere. Il primo trasmette film 24 ore su 24 oltre a tutti gli eventi legati al cinema mentre il secondo si occupa di fiction e serie tv. Sono in onda rispettivamente da 16 e 13 anni. L’annuncio potrebbe concretizzarsi, come si diceva, già domani; per questa data è fissata l’udienza di vigilanza in cui Salini, appunto, sarà interrogato dai parlamentari sul piano industriale, quindi, anche in merito al palinsesto e all’eventuale chiusura di alcuni canali e parallela apertura di altri.
Sempre stando alle voci, d’altra parte, dovrebbe essere lanciato il nuovo canale Rai6; nelle intenzioni dei nuovi vertici dovrebbe rivolgersi, in particolare, al pubblico di sesso femminile, un po’ sulla scorta dei canali dedicati La5 e La7d. Diametralmente, Rai4 dovrebbe cominciare a essere caratterizzato da una programmazione più in sintonia con il pubblico maschile. Dovrebbero essere lanciati anche un canale in lingua inglese e un altro del tutto dedicato alla politica istituzionale. Sparirà dalle frequenze Tv anche Rai Scuola che sarà visibile esclusivamente su internet.
Rai Movie e Rai Premium: un “suicidio” commerciale?
Detto ciò, analizza sempre il Giornale, numeri alla mano la decisione appare inspiegabile: Rai Movie e Rai Premium non fanno ascolti significativi ma registrano delle cifre in linea con quelle di altri canali che propongono un’offerta simile. A questo punto, bisogna sottolineare che “RaiMovie nel 2018 ha ottenuto una media dell’1,24% di share in prima serata, e RaiPremium dell’1,18%. Mentre il nuovo canale – secondo le stime degli addetti ai lavori – difficilmente supererà l’1%. Non solo. Secondo indiscrezioni, RaiMovie e RaiPremium costano insieme, in tutto, circa un milione all’anno (meno di una serata del festival di Sanremo) a fronte di una trentina di milioni di incassi pubblicitari (la fonte è interna)”.
Nel piano industriale le ragioni addotte per giustificare la chiusura sarebbero proprio il pubblico limitato e la sua “scarsa profilazione”, insomma, i due canali sono poco attraenti per gli inserzionisti. L’Usigrai ha comunque invitato i vertici dell’azienda a tornare sui propri passi: chiudere i due canali consegnerebbe una fetta di pubblico alle nuove piattaforme di streaming.
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