Hanno fatto discutere le dichiarazioni di qualche tempo fa del Presidente dell’Aia, l’Associazione degli arbitri, Marcello Nicchi che ha proposto una sorta di “reddito di cittadinanza” per i fischietti. Non si riferiva tanto ai big Nicchi ma piuttosto ai direttori di gara che, seppur dilettanti, per continuare ad arbitrare devono lasciare il lavoro. “Così quando finisce l’attività, si ritrovano senza nulla, ad una età avanzata”. Ecco perché “non escludiamo di creare un fondo di solidarietà della durata di uno-due anni, per dare agli arbitri la possibilità in questo lasso di tempo di ricrearsi una vita, un lavoro”.
Quanto guadagnano gli arbitri: tra i 200mila e i 120mila lordi
Un direttore di gara può arbitrare in Serie A fino a 45 anni, in campo internazionale la pensione arriva molto prima, a 37 anni. L’Aia seleziona per ogni stagione di Serie A una ventina di arbitri, tra questi sceglie anche 2 debuttanti. In sostanza, questi arbitri operano in qualità di liberi professionisti con Partita Iva cui spetta un compenso fisso (diritto di immagine) più una diaria che varia a seconda dell’impegno settimanale.
Dunque, i fischietti di prima fascia, quelli internazionali (non più di una decina), arrivano a percepire circa 200mila euro lordi a stagione: è pari a circa 90mila euro il loro compenso fisso. Per i debuttanti, invece, il compenso fisso per arbitrare in una stagione di Serie A è di più o meno 30mila euro, in totale arrivano a percepire 120mila euro lordi che diventano 70mila al netto. Poi è chiaro che i compensi variano tra queste cifre a seconda del numero delle gare arbitrare e dell’anzianità di servizio.
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Quanto guadagnano gli arbitri: guardalinee e Var
Inoltre, per ogni partita di Seria A si percepisce una diaria pari a 3.800 euro lordi. Se si considera che ogni arbitro dirige circa 15-16 partite per ogni campionato si parla di circa 60mila euro. Gli arbitri che non scendono in campo prendono posto nella saletta dedicata al Var: 1.500 euro vanno al responsabile, 750 per gli assistenti.
Al di là del campionato, bisogna considerare i compensi legati alla Coppa Italia. Dove ogni arbitro percepisce mille euro per i primi turni che posso salire fino a 1.500 per i quarti, a 2.500 per le semifinali, a 3.800 per la finale (compresa quella di Supercoppa italiana).
Molto meno remunerativa la carriera da guardalinee, comunque separata da quella di arbitro. Gli assistenti di linea arrivano a percepire mille euro a partita (500 euro il quarto uomo). Il compenso fisso per loro varia tra gli 8mila dei debuttanti ai 24mila degli internazionali.
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