Massimo Bordin è morto dopo una malattia: chi era e causa della morte
Massimo Bordin è morto mercoledì 17 aprile 2019 dopo aver lottato contro una malattia. Ecco chi era e il saluto di Radio Radicale.
Lutto nel mondo del giornalismo e della radio: mercoledì 17 aprile 2019 è morto Massimo Bordin, ex direttore di Radio Radicale dal 1991 al 2010 e storica voce del programma dedicato alla rassegna stampa quotidiana, “Stampa e Regime”, ai cui microfoni si è presentato fino all’inizio del mese di aprile. Massimo Bordin aveva 67 anni e combatteva da tempo contro una malattia ai polmoni.
Massimo Bordin è morto: l’ultimo saluto di Radio Radicale
L’annuncio della scomparsa di Bordin è stato dato in diretta sulla radio di cui era una delle voci protagoniste dal direttore Alessio Falconio. “Con immenso dolore diamo questa comunicazione che non avremmo mai voluto dare”, ha detto. “È morto Massimo Bordin, il nostro grande maestro, la voce più importante, più autorevole e più bella di Radio Radicale”, l’annuncio sul canale Twitter della Radio.
“Era malato da tempo”, è proseguito l’annuncio alla radio. “E aveva chiesto di vivere e lottare contro la malattia con massimo riserbo. Una volontà che abbiamo rispettato, ma purtroppo non ce l’ha fatta”. Dopo il messaggio, Radio Radicale ha trasmesso il Requiem di Mozart, un omaggio al giornalista e alla trasmissione che conduceva.
Massimo Bordin e l’attacco a Di Maio
Bordin è stato amico di Marco Pannella, con il quale aveva anche avuto delle divergenze, che poi lo avevano condotto a mollare la direzione della Radio, pur continuando la collaborazione. Autore di una rubrica su Il Foglio (Bordin Line), il compianto giornalista aveva avuto di recente uno scontro con il ministro del Lavoro Luigi Di Maio verso la fine del mese di marzo.
Oggetto del contendere il taglio delle risorse stabilito dal governo e confermato di recente dal sottosegretario al Mise Vito Crimi. Misura che avrebbe letteralmente staccato la spina a Radio Radicale nel mese di maggio. Leggendo un intervento del ministro, Bordin aveva attaccato duramente Di Maio apostrofandolo come “stalinista e gesuita”, per poi concludere: “E noi con questi dovremmo fare la legge sull’editoria e discuterne?”.
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