Ricostruzione dell’Aquila dopo 10 anni e similitudini con la fiction su Rai 1
La Ricostruzione dell’Aquila, dieci anni dopo il sisma, aspetta ancora la fine del percorso. Metà del centro storico è ancora un cantiere.
L’Aquila grandi speranze è la fiction di Rai 1 che racconta la Ricostruzione dell’Aquila, in seguito al terribile terremoto avvenuto il 6 aprile 2009. Il debutto della serie tv, in prima serata, è stato previsto a pochi giorni dall’anniversario di quel tragico evento che, dieci anni fa, sconvolse non solo l’Abruzzo ma l’Italia intera.
La fiction, sotto la regia di Marco Risi, racconta come, dopo due anni dalla distruzione della città, un gruppo di giovani decide di ripartire da zero, riappropriandosi di una parte della zona rossa. Il centro storico, chiuso e inaccessibile fino a quel momento, diventa un luogo da cui ricostruire la propria vita, mattone dopo mattone. Gli adulti vivono ricordando e dimenticando proprio quel centro storico, mentre i ragazzi, vogliono vivere il presente e ricominciare.
Le riprese sono state girate sia Roma e sia all’Aquila, dentro e fuori le mura della città, dove il Castello Cinquecentesco ha fatto da cornice a molte riprese. Anche la zona Torrione è stata scelta per alcune riprese mentre Palazzo Centi, nella fiction, è diventato Palazzo della Prefettura. Invece, le scene che hanno ricostruito gli avvenimenti di quella notte del terribile, sono state girate in via Roio e nei vicoli adiacenti, ancora pieni di polvere e macerie.
Ricostruzione dell’Aquila dopo 10 anni. Facciamo il punto della situazione
La Ricostruzione dell’Aquila, dieci anni dopo il sisma, aspetta ancora la fine del percorso. Metà del centro storico della città, è ancora un cantiere, e sono molte le frazioni che aspettano la fine della ricostruzione. Dopo dieci anni, sono ancora circa 9.000 i cittadini dell’Aquila che vivono nei palazzi delle new town, i quartieri costruiti dopo il terremoto, e che dovevano essere liberati una volta completata la ricostruzione.
Il centro storico dell’Aquila è deserto, le vie con i palazzi più belli, sono restaurate, ma vuote. Come quei negozi, che sono tornati all’interno della mura civiche, dove i clienti sono la merce più rara. Invece, i locali della movida, nel weekend, si riempiono di studenti, che sono una voce importante della vita e dell’economia cittadina. Le altre botteghe invece fanno fatica e, per questo, molte sono frenati a rientrare nella sede originale. Per ora l’hanno fatto 87 su mille, per ora, calcola Confcommercio.
Per la prima Ricostruzione dell’Aquila, sono stati forniti 2 miliardi di euro e per la seconda, invece, 5 miliardi e mezzo. Su 24.947 patiche, solo 8.264 sono stati i cantieri conclusi.
Guido Bertolaso, allora capo della Protezione civile, dice: “Serviranno almeno altri cinque anni, come minimo. Io nel 2009 lo dissi: vedrete, per ricostruire L’Aquila, sarà necessario aspettare almeno un decennio. Mi presero per matto, ma i risultati li vediamo oggi. Si è avuta troppa fretta di uscire dalle gestione commissariale, gli enti locali volevano controllare la fase di ricostruzione. E tutto si è arenato. Un rischio analogo si vede anche nei paesi danneggiati dai terremoti del 2016 e del 2017: temo che alcuni centri storici non saranno mai ricostruiti”.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it