Dopo diverse settimane di incertezza e di alti e bassi, l’andamento del prezzo dell’oro sembra avere preso la via del ribasso. L’ultima quotazione parla di un valore di circa 1272 dollari all’oncia. Siamo ritornati ai livelli di fine 2018, di fatto siamo ai minimi del 2019.
È lontanissimo il massimo del 20 febbraio di 1343 dollari l’oncia. Da allora è iniziata una discesa che tra battute di arresto è proseguita fino a oggi.
È chiaro, guardando l’andamento del prezzo da più lontano appariamo ancora in una fase di valori elevati, se ci confrontiamo con quelli raggiunti dopo Ferragosto, molto sotto i 1200 dollari l’oncia, o nel dicembre 2015 e 2016.
In generale negli ultimi 3 anni appare esserci stata una certa stabilità intorno ai 1250 dollari all’oncia.
Ci sono vari fattori in campo.
Prezzo oro, conta la ripresa cinese
Vi è la ripresa dell’economia cinese, dopo alcuni interventi del governo che miravano a scongiurare quel rallentamento della potenza economica di cui spesso si parla.
Sempre la Cina pare avere fatto progressi nei negoziati con gli USA sul commercio, dunque, dovrebbe essere evitata una guerra di dazi esiziale per il futuro dell’economia mondiale.
Del resto quella americana appare in un momento di ottima salute. I timori per una possibile nuova recessione stanno in parte rientrando, anche grazie all’azione della Federal Reserve.
Così appare anche meno influente l’andamento del dollaro che nelle ultime settimane era apparso debole e che quindi aveva favorito un piccolo aumento del prezzo dell’oro.
Inoltre, a quanto stanno rilevando gli economisti, sempre più operatori sul mercato dei beni rifugio stanno preferendo investimenti che possano dare un reddito, come azioni, da cui ricavare dividendi, titoli e obbligazioni con cedola. È infatti partita la caccia a quelle più generose.
È chiaro come in questo contesto un bene come l’oro rischia di rimanere indietro, con meno estimatori.
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