Chi è Armando Siri: sottosegretario Lega indagato per corruzione. Il profilo

Pubblicato il 18 Aprile 2019 alle 12:15 Autore: Emilia Missione

Amico di Craxi e autore a Mediaset, il sottosegretario leghista è considerato l’ideologo della Flat Tax. Nel 2014 ha patteggiato per bancarotta fraudolenta

Chi è Armando Siri: sottosegretario Lega indagato per corruzione. Il profilo

Da Craxi a Berlusconi. Da Bossi a Salvini. Sono queste le quattro figure chiave della carriera e dell’evoluzione politica di Armando Siri, sottosegretario ai trasporti della Lega oggi indagato per corruzione.

La Procura di Roma è a lavoro per verificare l’ipotesi di un giro di soldi e favori in cambio di una norma inserita nel Documento di economia e finanza dello scorso anno. Siri avrebbe ricevuto da un faccendiere attivo nel settore dell’eolico, Paolo Arata, una tangente da 30mila euro in cambio di alcuni emendamenti.

Di Maio ne chiede le dimissioni mentre il leader del suo partito non ha dubbi: “Piena fiducia“.

Armando Siri: il self made man con la passione per la flat tax

Classe 1971, studia a Genova, sua città di origine. Come lui stesso ha precisato in diverse occasioni, non ha mai conseguito la laurea in Scienze Politiche che alcune biografie gli attribuiscono.

“Io a 20 anni mi sono sposato, a 22 è nata mia figlia e lavoravo già in redazione da qualche anno, dove ho imparato un mestiere bellissimo come quello del giornalista”, ha spiegato in un’intervista di qualche mese fa al Populista.

Nel 1998 diventa giornalista pubblicista e lavora a Mediaset sia in veste di redattore che in quella di autore. Prima, però, aveva già manifestato un certo interesse per il mondo della politica. Giovanissimo milita nel Partito Socialista di Bettino Craxi, tanto da diventare suo collaboratore e amico fidato.

Con i socialisti caduti in disgrazia, Siri si avvicina alle nuove proposte politiche della Seconda Repubblica. Guarda con interesse al mondo di Forza Italia e poi a quello della Lega Nord di Umberto Bossi.

Nel 2011 fonda un suo partito Pin (Partito Italia Nuova) con il quale si presenta alle elezioni comunali di Milano. Il partito non avrà molta fortuna ma farà emergere la sua personalità. Tre anni dopo, nel 2014, inizia a collaborare con Matteo Salvini diventando responsabile economico della nuova Lega e teorizzando l’idea di un’aliquota unica. Progetto che gli varrà il titolo di “ideologo della flat tax” e un ruolo di primo piano nel governo giallo-verde.

Il crack di MediaItalia e la condanna per bancarotta fraudolenta

L’indagine per corruzione di queste ore non è il primo confronto del sottosegretario leghista con la giustizia italiana.

Come riportato in un’inchiesta de “L’Espresso“, nel 2014 ha patteggiato una condanna a un anno e otto mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta, per il crack di “MediaItalia“, società di cui era a capo. Secondo i giudici, Siri e i suoi soci svuotarono le casse dell’azienda trasferendo il denaro in una seconda impresa che aveva sede in Delaware.
Quando Siri decise di chiudere nominò come liquidatrice Maria Nancy Marte Miniel, originaria di Santo Domingo e titolare di un negozio di parrucche a Perugia. “Una testa di legno”, scrissero i giudici nella sentenza.

Su quella scelta, interrogato a Report da Paolo Mondani, Siri si difese: “Aver patteggiato non significa aver compiuto atti di bancarotta fraudolenta.
Non è che siamo tutti ricchi o siamo tutti Berlusconi che possiamo pagare gli avvocati “.

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L'autore: Emilia Missione

Giornalista professionista, classe '90. Ho lavorato a SkyTg24 e come public affairs consultant. Amo la politica, le parole e le gonne di tulle. Ma non in questo ordine.
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