Guglia di Notre Dame: materiale e perché è crollata prima del soffitto
Alle 19:51 la Guglia di Notre Dame, che dal Trecento si innalzava a 93 metri di altezza, si spezza, dopo oltre un’ora di fuoco.
Lunedì 15 aprile, Parigi ha pianto per il suo monumento simbolo. Un violento incendio è divampato sul tetto della celebre Cattedrale francese, facendo crollare la Guglia di Notre Dame e devastando uno dei luoghi più visitati e amati di tutta la Francia. I turisti che erano presenti, quando è divampato l’incendio, sono stati subito evacuati, e dopo circa un’ora dall’inizio dell’incendio, sono crollati sia il tetto e sia la Guglia di Notre Dame.
La Procura di Parigi ha aperto un fascicolo. Il tetto è stato distrutto per almeno due terzi, mentre i campanili sono stati salvati dalle fiamme. L’incendio nella Cattedrale di Notre Dame, secondo i pompieri, sarebbe divampato nel solaio, mentre erano in corso lavori di ristrutturazione.
Guglia di Notre Dame: materiale
Alle 19:51 la Guglia di Notre Dame, che dal Trecento si innalzava a 93 metri di altezza, si spezza, dopo oltre un’ora di fuoco.
Il pronipote di Eugène Viollet-le-Duc, Jean-Marie Henriquet ha espresso la sua opinione riguardante la Guglia di Notre Dame: “La Guglia era bellissima e sarebbe davvero un peccato non ricostruirla, significherebbe amputare la cattedrale”. Anche la famosa “charpente”, le capriate di legno del Trecento diventate carbone, probabilmente non potrà essere replicata. Era soprannominata la foresta, perché per costruirla, i carpentieri medievali usarono 1300 querce. La struttura di legno potrebbe diventare di cemento armato o con strutture di acciaio. Se vinceranno i “conservativi” bisognerà andare a cercare 1300 querce abbastanza mature, ovvero piantate minimo nello scorso secolo e convogliare sul cantiere tutti i mastri artigiani del legno all’opera nel paese.
Per la ricostruzione della Cattedrale di Notre Dame, si può già contare un miliardo di euro, ma probabilmente non basterà per rimetterla in sesto. Anche se per ora nessuno avanza preventivi, l’architetto Jean-Michel Wilmotte sostiene che il miliardo raccolto, non basterà. Molto difficile, è anche prevedere i tempi. I cinque anni annunciato da Macron, infatti, sembrano a tutti molto pochi. “Tra i dieci e i quindici anni mi sembra un’ipotesi più ragionevole” ha detto Frédéric Létoffé, copresidente del Consorzio delle imprese per il restauro dei monumenti storici, mentre Jean-Frédérik Grevet stima vent’anni di lavori. Molto dipenderà anche da come verrà ricostruita la Cattedrale, con quali materiali e quali idee.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it