In generale, quando una festività cade di domenica, al lavoratore viene erogato il corrispettivo di una giornata di lavoro, in quanto non potrà godere di una giornata di riposo a differenza di quanto accadrebbe per una festività che cade in un giorno feriale. Durante le festività nazionali, quelle rosse sul calendario, il lavoratore non solo può assentarsi dal lavoro ma deve essere anche retribuito.
Busta paga e Pasqua 2019: il caso degli impiegati
Ciò vale in generale ma non per Pasqua o meglio, in merito alla retribuzione della giornata festiva, è necessario fare una distinzione tra impiegati e operai. Solo nel caso di questi ultimi, infatti, a fine mese si troverà una giornata retribuita in più in busta paga.
In sostanza, i lavoratori pagati con uno stipendio fisso – gli impiegati, per esempio – percepiscono normalmente la retribuzione anche per il giorno di Pasquetta, quest’anno cade di lunedì 22 aprile, e per il 25 aprile. Invece, non spetta loro alcuna retribuzione aggiuntiva per il giorno di Pasqua a meno che il Contratto Nazionale di Categoria non preveda esplicitamente una retribuzione extra. Per dirla ancora più brevemente, se non si lavora a Pasqua non spetta una giornata pagata in più in busta paga: la festività è insomma già compresa nello stipendio ed è di fatto ritenuta una normale domenica di assenza dal lavoro.
Busta paga e Pasqua 2019: il caso degli operai
Il discorso è diverso per i lavoratori che vengono retribuiti a ore: la retribuzione per Pasqua e Pasquetta che spetta loro è equivalente a quella di una giornata intera di lavoro. Nello specifico, se il lavoratore riposa a Pasqua, per la festività gli andrà riconosciuto un sesto della retribuzione settimanale. Tanto per fare un esempio: un operaio che lavora 40 ore settimanali, dunque è inquadrato con un contratto di lavoro a tempo pieno, avrà diritto a 8 ore retribuite per Pasqua e 8 ore retribuite per Pasquetta anche se effettivamente non ha lavorato.
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