Le deposizioni di Blair sull’Iraq

Pubblicato il 1 Febbraio 2010 alle 22:04 Autore: Livio Ricciardelli
un attentanto in Iraq

Le deposizioni di Blair sull’Iraq

 

Le deposizioni di Blair sull'Iraq Qualche considerazione sulla deposizione di Tony Blair presso la commissione d’inchiesta sulla guerra in Iraq.

Nella giornata di venerdì  29 l’ex primo ministro britannico Tony Blair ha dovuto testimoniare a Londra, in quanto “persona informata dei fatti”, davanti ad un’apposita commissione istituita per far luce sulla seconda guerra del golfo, avvenuta in Iraq nel 2003. Si tratta di un evento politico molto complesso che suscitò, sin dai primi dibattiti nella seconda metà del 2002, aspre polemiche ed accuse reciproche.

Questa commissione, che non è un commissione giuridica ufficiale e che quindi non può  emettere sentenze (se escludiamo quella dell’opinione pubblica), ha visto nell’arco della settimana un viavai di veri “big” della politica britannica che furono in un senso o nell’altro coinvolti nelle trattative per l’entrata in guerra. Uno dei primi a deporre è stato il segretario alla giustizia Jack Straw che al tempo dei fatti era segretario agli esteri ed è stata molto attesa anche la deposizione dell’ex portavoce di Downing Strett Alistair Campbell (che tra l’altro ne ha approfittato per fare della sua deposizione una vera e propria lezione di giornalismo).

Il Regno Unito effettivamente è stato, dopo ovviamente gli Stati Uniti, il più grande sponsor dell’operazione contro Saddam Hussein, reo di possedere armi di distruzione di massa illegali e di fiancheggiare il terrorismo di matrice islamica

Questo forte legame Usa-Uk è stato rappresentato per anni dal binomio B&B (Bush e Blair) che, pur essendo esponenti di forze politiche ben diverse, in quel periodo mostrarono un grado di compattezza ed una comunanza di veduta a dir poco sorprendente.

Dopo molti anni, con un Iraq formalmente democratico e con un difficile cammino di ricostruzione e di compromesso tra le varie etnie nazionali, e con Saddam Hussein fuori dalla scena, non si hanno ancora prove dell’esistenza di armi di distruzione di massa, mentre non si è certi del legame tra Al Qaeda e l’ex dittatore di Baghad.

Tony Blair dunque aveva molto a cui rispondere. Si è presentato davanti alla giuria alle ore 9 del mattino e “l’interrogatorio” si è concluso dopo ben sei ore.

Nel corso della seduta, numerose sono state le domande a Blair, e ad una di queste l’ex premier ha saputo rispondere con ben 60 minuti di “giustificazionismo” nei confronti del suo operato e con varie affermazioni della serie “non mi pento di nulla”.

Blair ha iniziato spiegando quale, secondo lui, è la genesi dell’interventismo britannico nel 2001 (Afghanistan) e nel 2003 (Iraq): a seguito dell’attacco dell’11 settembre del 2001 nulla è stato più come prima, e questo vile atto terroristico non è stato solo una sfida agli Stati Uniti d’America come nazione, ma all’Occidente tutto.

 

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L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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