Il 25 aprile 1945 Milano insorse e prese il sopravvento sui nazifascisti. Proprio la data del 25 aprile fu scelta, in seguito, nel 1949, come anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Ma perché Milano ebbe un ruolo così importante? Andiamo a scoprire cosa successe quell’indimenticabile giorno nel capoluogo lombardo.
Milano, Mercoledì 25 aprile 1945: l’insurrezione
Il 24 aprile 1945, giunta la notizia dell’insurrezione di Genova, i primi focolai della sollevazione si consumano in zona Niguarda. Poco prima di mezzogiorno Sandro Pertini dirama l’ordine dell’insurrezione generale fissata per il giorno successivo alle ore 13. In seguito, la mattina di mercoledì 25 aprile, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, formato da tutti i movimenti antifascisti e di resistenza italiani, si raduna dai salesiani di Via Copernico, in zona Stazione Centrale.
Dalla sede dell’istituto dei religiosi viene decretata l’assunzione di tutti i poteri politici e militari da parte del CLNAI. I primi militari ad affiancare la Resistenza provengono dal nucleo della Guardia di Finanza di via Melchiorre Gioia, che hanno il compito di occupare la Prefettura (dove stava Mussolini) e gli edifici pubblici. Iniziano le occupazioni delle grandi fabbriche. La prima è la Ercole Marelli a Sesto San Giovanni. Seguono la Pirelli a Sesto e Milano, poi tutte le principali fabbriche predispongono piani di difesa armata contro la reazione nazifascista.
Nel primo pomeriggio, i partigiani formano posti di blocco in tutta la città. Alle 19, il duce lascia Milano e i repubblichini rimasti si asserragliano nella sede del partito fascista in Piazza San Sepolcro. Ci sono scontri e cadono alcuni partigiani. In zona fiera, gli alti comandi tedeschi delle SS e della Wehrmacht si trincerano in eleganti ville. Il comando supremo nazista resiste presso l’Hotel Regina, nel cuore della città.
Perché si festeggia il 25 aprile 2019 la Liberazione
26 e 27 aprile 1945: Mussolini arrestato
In mattinata cade la caserma della Guardia Nazionale Repubblicana in piazza Napoli, dopo violenti scontri. Poco dopo Riccardo Lombardi arriva in prefettura e assume la carica di Prefetto. Lo segue Antonio Greppi, il primo sindaco della Milano liberata. Alle 9 del mattino la radio dà l’annuncio della liberazione della città a cui fa seguito la condanna a morte del duce e dei vertici della Repubblica di Salò. Questo appello sarà ascoltato anche da Mussolini mentre si trova in una trattoria nei pressi di Menaggio.
La divisione Garibaldi “Gramsci” è la prima grande formazione garibaldina a convergere su Milano. In mattinata era stato catturato in zona Ticinese, l’ex segretario storico del Partito Nazionale Fascista, Achille Starace. Mussolini da Menaggio si unisce a una autocolonna tedesca vestito da soldato della Wehrmacht. Sarà riconosciuto a Musso da un posto di blocco partigiano e arrestato assieme a Claretta Petacci. La notizia dell’arresto arriva a Milano nel tardo pomeriggio del 27 aprile. Il duce è custodito da partigiani e Guardia di Finanza, presso un casolare a Giulino di Mezzegra.
28 aprile 1945. Il Monte Rosa scende a Milano
Dopo essere state costrette ad aprirsi la strada con il fuoco per la presenza di numerose colonne tedesche in fuga verso Est, intorno alle 13 fanno ingresso da viale Certosa le formazioni garibaldine della Valsesia. Poco dopo i partigiani venuti dalla valle del Monte Rosa sono in piazza del Duomo. L’ingresso dei garibaldini valsesiani è anche il più scenografico. Durante l’occupazione di un aeroporto militare hanno requisito un piccolo aereo che fanno volare sopra Milano con la scritta “Valsesia” dipinta sotto le ali.
Dalla scuola di Viale Romagna partono per Giulino di Mezzegra, dove giungono nel primo pomeriggio, una quindicina di partigiani. Mussolini e Claretta Petacci saranno fucilati contro un muretto in sasso. Poco dopo tocca ai gerarchi. In serata i corpi dei fucilati giungono a Milano su un furgone e alle 3 del mattino sono depositati in piazzale Loreto, luogo della strage nazifascista dell’estate precedente.
29 Aprile 1945: gli Americani
È domenica mattina, quando da corso Lodi verso Porta Romana passano le avanguardie degli Americani della 1st Armored Division, circondati dalla folla festante. Come da copione hanno caramelle, cioccolato e sigarette da distribuire mentre si dirigono verso il Duomo. Nel frattempo, in piazzale Loreto si consuma l’episodio più macabro della Resistenza. I corpi di Mussolini, della Petacci e dei gerarchi di Salò giacciono sul marciapiedi di piazzale Loreto. La folla inferocita si accanisce sui corpi senza vita, rendendoli irriconoscibili. L’esposizione dei corpi termina nel primo pomeriggio quando vengono trasferiti all’obitorio civico di piazza Gorini.
Alle 19 con gli Americani arriva il governatore dell’Amgot Charles Poletti, che incontra i vertici del CLNAI. Visita le strade del centro e arriva in piazzale Loreto dove dichiara: “Siamo stati a spasso per Milano dove abbiamo trovato ordine e disciplina. Siamo stati anche in piazzale Loreto. Siamo contenti di essere arrivati.“
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