Gli italiani e il denaro in contante, una storia d’amore difficile da terminare. Soprattutto se il nuovo sposo risulta “tracciabile”: pagamento elettronico, digitale, tramite carte di debito e di credito. Gli ultimi dati a riguardo tracciano un quadro piuttosto significativo delle abitudini (dure a morire) degli italiani rispetto ai cittadini degli altri Paesi europei. Lo scenario racconta un’Europa che sta dicendo sempre più addio al contante, anche grazie alle manovre della legislazione nazionale (emblematico il caso greco); da segnalare alcune eccezioni, come l’Italia per l’appunto, dove l’utilizzo del contante sembra perfino aumentare negli ultimi anni.
Obbligo pagamento Pos 2019: il quadro europeo
Stando ai dati diffusi dal report dell’Osservatorio della Community Cashless Society della European House-Ambrosetti, il rapporto dell’influenza del contante sul Pil in Italia è particolarmente significativo. Su ben 95 economie globali esaminate, l’Italia si piazza al 32° posto nella classifica delle 35 economie globali peggiori considerando l’incidenza del contante sul Pil, con 205,7 miliardi di euro in contante circolato nel Paese nel solo 2018. Un valore in continua crescita a partire dal 2008 (allora il contante circolava attorno ai 127,9 miliardi di euro). Nell’ultimo biennio (2017-2018) la crescita è stata complessivamente del 7,8%, ovvero +3,8% nel 2017 e 4% nel 2018.
Obbligo pagamento Pos 2019: il contante e l’economia sommersa
Più si viaggia verso il Nord Europa, più si preferiscono metodi di pagamento elettronici (e tracciabili) rispetto al contante. La divergenza Nord-Sud si riflette anche nel nostro Paese: laddove il Nord cerca di allinearsi alle medie europee, il Sud continua a utilizzare il contante, ignorando nuovi metodi di pagamento. Sotto tale aspetto ci sono da considerare alcuni elementi legislativi che si è provati a lanciare: tra questi il limite dell’utilizzo del contante, portato a 1.000 euro dal governo Monti e rilanciato a 3.000 euro dal governo Renzi. Ma anche l’obbligo dei Pos in tutti gli esercizi commerciali, una volta normativizzato, è stato pensionato nel giugno del 2018.
Obbligo pagamento Pos 2019 contro il sommerso
Un’azione sull’obbligo dei Pos negli esercizi commerciali potrebbe aiutare a disincentivare l’uso del contante e a sfavorire il “sommerso”. Si rileva infatti che l’economia non monitorata è quantificata in oltre il 12% del Pil (poco più di 200 miliardi di euro). Tra questi poco più di 190 miliardi di euro sono generati dal sommerso, mentre la parte residua deriva da attività illecite. L’Osservatorio ha evidenziato come incentivando tramite apposite riforme la messa da parte del contante, si potrebbero andare a recuperare fino a 63 miliardi di euro in nero.
Obbligo pagamento Pos 2019: il caso irlandese e quello greco
A proposito di Pos, come rileva Carlo Terzano su Lettera43, significativo è il caso irlandese, uno dei Paesi europei più colpiti dalla crisi è riuscito ad avanzare nella sfida digitale, ponendosi come obiettivo quello di primeggiare sul fronte dei pagamenti digitali e incentivare i pagamenti elettronici. Tra i risultati più evidenti spicca quello che ha visto una crescita dei Pos nell’ultimo triennio. Merito di una normativa che è partita da lontano e che, soprattutto, è stata perseguita nel corso del tempo.
Parlando di un altro Paese colpito dalla crisi, la Grecia, negli ultimi anni si è cercato di disincentivare l’utilizzo del contante obbligando i commercianti e i professionisti a ricevere pagamenti tracciabili e quindi tramite carte. Pagamenti elettronici che sono stati collegati anche a un meccanismo-premio di detraibilità delle tasse: chi non paga in contanti viene favorito anche sotto l’aspetto fiscale. Tutto questo ha portato a un aumento delle transazioni con carte elettroniche del 481,5%.
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