Tra i vari provvedimenti adottati dall’attuale Governo, in materia di lavoro, c’è quello per cui – partire dal luglio 2018 – è vietato pagare un proprio dipendente o collaboratore in contanti, ovvero in denaro liquido. Occorre sempre avvalersi di uno strumento che assicuri la tracciabilità, sia che si tratti di un assegno bancario, sia che si tratti un bonifico alle Poste. L’azienda deve però rispettare in modo preciso tutti i vari obblighi previsti dalla legge, tra cui quello di indicare la causale del versamento. Vediamo di seguito di che si tratta.
Busta paga: quali metodi di pagamento sono consentiti?
In virtù dell’accennata recente riforma, oggi i metodi di accredito dello stipendio in busta paga sono tassativamente indicati dal legislatore. Oltre ai suddetti assegni e bonifici bancari o postali, è possibile utilizzare ancora i contanti, però presso una filiale bancaria o postale, in cui il datore abbia aperto un conto corrente e dato disposizione di pagamento. Inoltre, per procedere al pagamento dello stipendio, è possibile usare la carta prepagata, o carta di credito ricaricabile (come ad esempio la nota PayPal). Come ultima ipotesi residuale, la legge consente il pagamento anche tramite libretto di prestito, laddove però si tratti di soci lavoratori di una cooperativa e al ricorrere di specifiche condizioni. La firma della busta paga, da parte del dipendente, non è più prova di pagamento dello stipendio: come sancito dalla giurisprudenza, occorre la tracciabilità ed essa è dimostrazione sufficiente.
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La causale del pagamento: cosa indicare?
Tra i vari sistemi sopra indicati, quello del bonifico resta indubbiamente il maggiormente utilizzato per l’accredito dello stipendio al dipendente. Il datore di lavoro dovrà però osservare le prescrizioni imposte per compilarlo, dopo che il lavoratore avrà fornito il codice IBAN. Ovviamente l’azienda dovrà poi occuparsi di compilare un’apposita distinta, vale a dire un modulo predisposto dalla banca e compilato dal cliente con i dati relativi all’operazione da effettuare. La distinta in oggetto dovrà anche riportare il codice della causale, il quale ha lo scopo di identificare univocamente il versamento come retribuzione per l’attività lavorativa. Il codice in oggetto è in pratica una disposizione, un input che è dato dalla banca da parte dell’interessato, al fine di effettuare lo spostamento di denaro. In particolare, per ciò che attiene a questo tipo di pagamenti, sarà da indicare la sigla “ABI 27“: ABI identifica in modo univoco la banca destinataria del trasferimento di denaro, il numero 27 invece fa capire all’operatore bancario che si tratta di un versamento per ragioni di retribuzione. In conclusione e sintesi, il datore di lavoro, per poter espletare le formalità in oggetto, dovrà utilizzare la distinta, compilandola con tutti i dati necessari, compresa la causale e il codice; sottoscriverla e inviarla affinché sia eseguita.
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