Si apre uno spiraglio di speranza per la sopravvivenza di Radio Radicale. Intercettato dalle telecamere di Povera Patria, il programma di approfondimento politico in onda su Raidue il lunedì, in seconda serata, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha usato per la prima volta parole rassicuranti. “Su Radio Radicale troveremo una soluzione“, dice il vicepremier al microfono di Alessandro Poggi.
La convenzione tra l’emittente radiofonica e il governo scadrà il prossimo 21 maggio e, al momento, non sono sul tavolo piani di rinnovo.
Radio Radicale, Buffagni: “La convenzione è uno spreco da tagliare”
A rimarcare, di recente, la posizione fin qui assunta dal sottosegretario con delega all’editoria Vito Crimi è stato un altro sottosegretario del Movimento 5 Stelle. In occasione del corteo del 25 aprile a Milano, Stefano Buffagni è stato protagonista di un botta e risposta con un cronista dell’emittente radiofonica.
Alla domanda del giornalista, “Non farete un bando pubblico, per il servizio offerto da Radio Radicale?”, il deputato risponde secco. “Io non tollero che 14 milioni di euro vengano regalati in questo modo. Noi siamo alla ricerca di sprechi“. E continua:”Quattordici milioni di euro per una radio a me sembrano una follia“.
Radio Radicale: la convenzione e l’attività istituzionale
In virtù della convenzione stipulata nel 1994 tra l’emittente e l’allora Ministero delle Comunicazioni, oggi il Mise, il palinsesto della radio ruota intorno ai lavori del Parlamento.
In cambio di un finanziamento di circa 10 mln di euro annui, la Radio è tenuta a trasmettere almeno il 60% delle sedute di Camera e Senato nella fascia oraria che va dalle 8 alle 20. La programmazione restante è dedicata ai lavori di altre istituzioni, dal Parlamento europeo al Csm, e a strisce di approfondimento giornalistico, come la storica rassegna mattutina Stampa e Regime condotta fino al 1 aprile 2019 dal giornalista Massimo Bordin, recentemente scomparso.
Gli introiti derivanti dall’intesa con il governo, insieme ai finanziamenti pubblici per l’editoria, anche quelli tagliati dal governo, sono le uniche forme di sostentamento di Radio Radicale che non ospita inserzionisti pubblicitari.
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