La tentazione di far saltare il banco è forte ma la scadenza elettorale a breve termine obbliga tutti a tenere i nervi saldi.
Il giorno dopo la conferenza stampa in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato la necessità di un passo di lato da parte del sottosegretario Armando Siri, indagato per corruzione, nel Carroccio si contiene la rabbia, almeno in apparenza. Perché dietro le quinte, invece, la fotografia è quella di un ministro dell’Interno furioso con il presidente del Consiglio. Quella organizzata a Palazzo Chigi, a Matteo Salvini sembra un’imboscata tesa proprio mentre lui era lontano da Roma, a Budapest insieme al premier ungherese Viktor Orban.
Ma l’irritazione, che pure lascia trasparire, non si trasforma in reazione. Ai giornalisti che il giorno dopo gli chiedono del caso Siri risponde: “Conte mi sfidi sulle tasse, non sulla fantasia. Non ho tempo per le beghe, io mi occupo di tasse, droga, immigrazione e lavoro.” Ma perché possa continuare a farlo il governo non può entrare in crisi.
Nelle intenzioni della Lega, infatti, c’è di arrivare al prossimo 26 maggio senza ulteriori scossoni. Costi quel che costi. Anche l’uscita di scena del padre della flat tax. Se le elezioni europee daranno ragione al Caroccio, la Lega potrà poi presentare il conto.
Dimissioni Siri: giocare d’anticipo prima del Cdm
La resa dei conti, almeno per il momento, è fissata alla prossima riunione dell’esecutivo, probabilmente mercoledì prossimo. Lì, come annunciato, il presidente del Consiglio presenterà la sua proposta di revoca della nomina di Siri che dovrà poi essere vagliata da Quirinale. Sebbene la dottrina non preveda espressamente una votazione da parte del Consiglio dei ministri, c’è da immaginare che il premier Conte, prima della trasmissione al Capo dello Stato, lavorerà per l’approvazione del provvedimento.
Nel Cdm, poi, come ha prontamente ricordato l’altro vicepremier Luigi Di Maio, il Movimento Cinque Stelle vanta la maggioranza assoluta. Se la Lega decidesse di opporsi aprirebbe una crisi di governo che, a meno di 4 settimane dal voto, non gioverebbe alla sua causa.
Proprio per questo motivo nelle ultime ore si fa spazio l’ipotesi che sia lo stesso sottosegretario Siri a presentare le sue dimissioni nei prossimi giorni, evitando così al leader del Carroccio di ritrovarsi spalle al muro al prossimo Cdm.
Per la resa dei conti definitiva, del resto, ci sarà tempo dopo le elezioni europee.
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