Può capitare di cambiare casa, quindi, di dover chiudere tutte le utenze, tra cui quella del gas. D’altra parte, ad alcuni utenti capita anche, addirittura a diverse settimane dalla chiusura, di ricevere delle consistenti bollette. Si devono pagare per forza?
Bolletta gas: cosa dice la normativa
Per districare i propri dubbi sulla materia è fondamentale tenere a mente la delibera 100/2016 dell’Autorità per l’Energia che a sua volta recepisce delle indicazioni di Bruxelles su l’emissione di bollette a seguito della chiusura delle utenze di luce e gas. Nella suddetta delibera è stabilito che l’emissione della fattura di chiusura può essere emessa al massimo 8 giorni prima dello scoccare della sesta settimana successiva alla data di cessazione delle forniture o, nel caso di recapito immediato (quando la bolletta inviata via mail, per esempio), al massimo 2 giorni prima dello scoccare della sesta settimana successiva all’interruzione del servizio.
Dunque, si può dire che dal punto di vista normativo si vogliono garantire delle tempistiche certe rispetto alla fatturazione finale, tuttavia, bisogna tenere in considerazione delle evenienze pratiche che spesso impediscono il rispetto di tali termini. In sostanza, è il calcolo dei consumi effettivi che spesso determina uno sforamento delle tempistiche: il fornitore potrebbe emettere delle fatture sulla stima dei consumi o sull’autolettura del cliente ma è necessario aspettare comunque la validazione dei dati da parte del distributore.
Bolletta gas a rate: chi può rateizzarla e come fare richiesta
Bolletta gas: si ha diritto a degli indennizzi automatici
Se la bolletta arriva in ritardo rispetto alle scadenze fissate dalla legge è possibile evitare di pagare? La risposta a questa domanda è, semplicemente, “No”. Insomma, anche se la fattura finale arriva in ritardo bisognerà pagarla anche se si avrà diritto a degli indennizzi che saranno riportati automaticamente nella stessa fattura finale: 4 euro se il ritardo non supera i 10 giorni, a cui si sommano ulteriori 2 euro ogni 10 dieci giorni fino a 90 o più giorni di ritardo (massimo 22 euro in più).
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