La fatturazione elettronica è in vigore in Italia dal primo gennaio 2019, come nel resto d’Europa la sua introduzione è legata al miglioramento del controllo fiscale, quindi, al contrasto dell’evasione (contro cui sembra funzionare). Quali paesi hanno scelto di introdurla prima di noi?
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Molti esperti collegano la scelta nostrana all’esempio del Portogallo: secondo uno studio della Commissione Europea, l’introduzione della fatturazione elettronica in terra lusitana, risalente all’agosto del 2012, è stata tra i fattori che ha permesso al paese di uscire velocemente dalla crisi finanziaria cominciata nel 2008.
Tutti i membri dell’UE, entro il 27 novembre 2018, sono stati obbligati a introdurre l’e-fattura per gli appalti pubblici, al di là di ciò, la situazione è molto diversa da paese UE a paese UE. Basta dire, per esempio, che Bulgaria, Cipro, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Polonia, Regno Unito, Slovacchia e Ungheria non hanno ancora adottato una normativa precisa a proposito di fatturazione elettronica.
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Fattura elettronica in Europa: situazione molto variegata
D’altro canto, molti paesi hanno introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica B2G (Business to government), cioè per le transazioni con la pubblica amministrazione. Anche qui, però, la situazione cambia molto a seconda della latitudine.
Danimarca e Finlandia sono stati pioniere della materia: l’esordio delle fatture elettroniche risale rispettivamente al primo febbraio 2005 e al primo gennaio 2010. In Austria l’e-fattura B2G vige sin dal primo gennaio 2014, in Slovenia dal primo gennaio 2015, in Croazia dal febbraio 2016, in Estonia da marzo 2017, in Lituania dal primo luglio 2017.
Poi ci sono i casi particolari come quello del Belgio, dove l’e-fattura B2G è in vigore dal 2018 per le operazioni di importo superiore ai 135mila euro ma è obbligatoria per tutte le transazioni con la Regione delle Fiandre dal 2017. Altro caso quello della Spagna dove la fatturazione elettronica B2G è in vigore dal 2015 ma è consentita la fatturazione cartacea per le transazioni di importo inferiore ai 5mila euro. In Svezia, invece, è obbligatoria dal 2008 ma solo per le operazioni col governo centrale.
In Francia e Germania l’introduzione sta procedendo per step che termineranno tra quest’anno e il 2020, nel caso transalpino, diversamente da quella teutonico, alla fine riguarderà solo alcune amministrazioni pubbliche.
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