Regno Unito 2010: le differenze programmatiche tra i candidati

Pubblicato il 27 Aprile 2010 alle 18:55 Autore: Livio Ricciardelli

Il 6 maggio si voterà per le elezioni legislative nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. I tre principali partiti politici che si contendono la leadership del governo sono: il Partito Liberal-Democratico capitanato da Nick Clegg, il Partito Conservatore guidato da David Cameron e il Partito Laburista del primo ministro Gordon Brown. Il 15 aprile, per la prima volta della storia del Regno Unito, i leader dei tre partiti principali hanno partecipato ad un dibattito televisivo per discutere dei loro programmi e delle loro priorità. Ecco i punti programmatici e le differenze tra le tre forze politiche.

 

Gordon-Brown-David-Camero-001

 

 

Economia e fisco.

Laburisti: Gordon Brown ha esordito col suo intervento nel confronto tv sottolineando l’a-normalità della competizione elettorale a causa delle conseguenze della crisi economica e finanziaria del 2008. Brown, già Cancelliere dello Scacchiere per dieci anni, punta molto sulla sua riconosciuta competenza in materia economica e il manifesto elettorale del Partito Laburista ben sottolinea come la politica di Brown, che lo ha visto in prima fila nel contributo che i governi nazionali hanno dato alle banche in difficoltà, sia stata quella che, insieme al neo-keynesismo di Obama, ha salvato “il sistema finanziario ed economico mondiale”. Brown promette di continuare ad andare su questa strada in cui lo stato appare come garante delle controversie economiche dei privati ma al tempo stesso è pronto ad intervenire nei casi più urgenti. In situazione di necessità Brown ha dovuto innalzare le imposte per i grandi patrimoni. Questa mossa, che inizialmente sembrava essere la negazione di uno dei capisaldi della “Terza Via” di giddensiana memoria, ha aumentato la sua popolarità tra la popolazione delusa dal sistema bancario nazionale e dagli speculatori. Nonostante questa aria d’affidabilità nel campo economico Brown risente ancora di qualche “scivolone” (in primis lo scandalo delle carte di credito legato alla Northern Rock e i dissapori col Cancelliere dello Scacchiere Dairling).

 

Conservatori: David Cameron e il manifesto del Partito Conservatore definiscono un fallimento la politica economica dei governi laburisti per due ragioni principali: in primo luogo perché si è trattata di una politica economica capace di accumulare un deficit fin troppo alto, in secondo luogo perché non sono state mantenute tutte le promesse fatte ai contribuenti britannici. Appunto per questo il leader conservatore ha confermato il suo no a qualsiasi aumento dei contributi, ha ribadito il taglio di 6 miliardi di spesa pubblica frutto sprechi e soprattutto l’eliminazione di gran parte del deficit nel corso della prossima legislatura.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
Tutti gli articoli di Livio Ricciardelli →