Regno Unito 2010: le differenze programmatiche tra i candidati

Pubblicato il 27 Aprile 2010 alle 18:55 Autore: Livio Ricciardelli

[ad]Istruzione.

Laburisti: la politica dell’istruzione nel programma del Partito Laburista ha sempre rappresentato un fiore all’occhiello sin dal 1997. Tony Blair col suo motto “Istruzione, istruzione, istruzione” ben definì le priorità del suo governo e la politica scolastica dei laburisti, assieme a quella sanitaria, è stata molto spesso citata come esempio nonostante alcuni problemi scaturiti in gran parte dall’annosa problematica del bullismo giovanile. Brown continua a difendere nel suo programma l’operato dell’esecutivo. Nonostante tutto secondo molti osservatori su questo tema la proposta dei Laburisti ha perso linfa. Brown ha promesso maggiori fondi all’istruzione pubblica denunciando i bassi stipendi degli insegnati degli istituti pubblici. Ma per il resto non sono previsti grandissimi stanziamento o modifiche radicali.

 

Conservatori: sulla scuola pubblica il Partito Conservatore pare abbia cambiato la sua linea politica. David Cameron, di famiglia nobile, ha studiato presso l’esclusivo college di Eton. E dai tempi di Alec Douglas-Home, anch’egli conservatore, che un primo ministro non proveniva da quel prestigioso istituto. Cameron però fa di tutto per dare di se un’immagine “popolare” e vicina alla gran parte della popolazione: si reca a Westminster in Parlamento e sul tema della scuola più che illustrare un programma si sforza di narrare una storia. La sua. Cameron sottolinea il fatto che i suoi due figli frequentano una scuola statale e lo farà anche il prossimo che aspetta dalla moglie. Cameron si è impegnato ad  aumentare i fondi per la scuola pubblica e su questo fronte appare più convincente che su altri temi anche se i suoi rivali politici denunciano il fatto un aumento degli stipendi per gli insegnati è impossibile con un ampio taglio della spesa pubblica.

Liberal-Democratici: il Partito Liberal-Democratico attacca pesantemente tutta la politica del passato nel campo dell’istruzione e della formazione. Clegg  ha detto chiaramente che sarebbe molto meglio lasciar maggiore libertà di manovra agli insegnanti oggi stritolati dalle direttive del governo sulle raccolte fondi e dalla minaccia di improvvise chiusure per la riduzione della spesa. Alcuni commentatori hanno criticato la proposta di Clegg in quanto potrebbe basarsi su una riduzione del carico fiscale e quindi su una conseguente riduzione dei fondi per la scuola pubblica.

 

Difesa.

Laburisti: il dibattito elettorale sulla difesa si è concentrato soprattutto sul ruolo dei soldati di Sua Maestà Britannica nel mondo, in primis in Afghanistan. Brown continua a sostenere necessario l’impegno britannico in Afghanistan in quanto in quella area si elaborano l’80% degli attentati terroristici contro Europa e Nord-America. Per Brown da questo punto di vista è quanto mai necessario un impegno a Kabul per stabilizzare il governo democratico di Hamid Karzai ed evitare il rischio di attentati di stampo qaedista sul suolo britannico. Il governo ha fornito tutto il necessario per la difesa delle truppe e negli ultimi mesi la difesa ha fornito elicotteri d’attacco. Brown ha ribadito che senza i mezzi e l’equipaggiamento necessario non se la sente di mandare nuovi soldati in Afghanistan.

 

Conservatori: David Cameron denuncia la scarsità di mezzi a disposizione delle truppe britanniche in Afghanistan. I conservatori su questo punto da anni battagliano contro il governo alla Camera dei Comuni. I Tories dunque considerano insufficiente l’equipaggiamento per l’esercito e considerano un atteggiamento tipico da campagna elettorale quello dei laburisti che promettono nuovo fondi alle forze dell’ordine. Sull’insicurezza dell’Afghanistan Cameron si è detto d’accordo con Brown ribadendo che, proprio per l’instabilità politica dei paesi dell’area, è quanto mai necessaria la presenza di un deterrente nucleare sul suolo britannico.

 

Liberal-Democratici: il programma dei Liberal-Democratici sulla difesa si basa su un punto cardine ben preciso: innalzare il livello dello stipendio minimo dei militari. In particolar modo Clegg ha definito “scandaloso” il fatto che ci sia un così basso divario di stipendio tra soldati al fronte e personale dell’esercito in patria. Con questa proposta gli eredi dello storico Partito Whig intendono pescare tra l’elettorato militare, storicamente considerato filo-conservatore, oggi abbastanza insofferente per le difficoltà riscontrate in Afghanistan e per la bassa popolarità del conflitto tra i cittadini britannici.

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
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