Beatificazione Aldo Moro: causa e perché la figlia ha scritto al Papa
La figlia del leader della Dc scrive a Papa Francesco per denunciare i giochi di potere intorno alle beatificazione del padre, ucciso dalle Br
Beatificazione Aldo Moro: causa e perché la figlia ha scritto al Papa
“Santità, la prego dal profondo del cuore di interrompere il processo di beatificazione di mio padre Aldo Moro“. A mettere nero su bianco queste parole, in una lettera indirizzata a Papa Francesco, è Maria Fida Moro, figlia del leader della Democrazia Cristina ucciso dalle Brigate Rosse.
La donna chiede al pontefice di interrompere l’iter di beatificazione del padre a meno che “non sia invece possibile riportarlo nei binari giuridici delle norme ecclesiastiche”.
I motivi che hanno spinta la primogenita dell’ex presidente del Consiglio a chieder l’intervento di Papa Bergoglio sono da ricercarsi nell’emergere di interessi personali da parte di persone lontane dalla famiglia Moro. “Perché è contro la verità e la dignità della persona che tale processo sia stato trasformato, da estranei alla vicenda, in una specie di guerra tra bande per appropriarsi della beatificazione stessa strumentalizzandola a proprio favore“.
La figlia del segretario della Dc, il cui corpo fu fatto ritrovare dalle Br il 9 maggio 1978 dopo un sequestro di 40 giorni, denuncia silenzi e giochi di potere.
“A me risulta che il postulatore legittimo sia Nicola Giampaolo al quale ho consegnato due denunce, che sono state protocollate ed inserite nella documentazione della causa nonché inoltrate per via gerarchica a chi di dovere. Ma non ho avuto alcuna risposta e sono passati anni”. E aggiunge: “Ci sono delle infiltrazioni anomale e ributtanti da parte di persone alle quali non interessa altro che il proprio tornaconto e per questo motivo intendono fare propria e gestire la beatificazione per ambizione di potere. Poi è spuntato un ulteriore postulatore non si sa a quale titolo. Vorrei proprio che la Chiesa facesse chiarezza nella forma e nel merito“.
Beatificazione Aldo Moro: l’avvio dell’iter
A chiedere la beatificazione di Aldo Moro fu, durante l’omelia della domenica delle Palme del 2008, il vescovo di Caserta Raffaele Nogaro che definì il leader della Dc, “uomo di infinita misericordia, che perdonò tutti“. L’inchiesta fu avviata dal presidente del tribunale diocesano di Roma nel 2012 con l’obiettivo di raccogliere documenti e testimonianze.
Sulla questione dell’esistenza di un miracolo, necessario per la beatificazione, l’allora postulatore Nicola Giampaolo, aveva sottolineato la particolare condizione di Moro “martire perché caduto in odio alla fede cristiana“. In quanto vittima di martirio non si era reso necessario accreditare le segnalazioni di miracoli e guarigione che nel corso degli anni erano arrivate e che, secondo l’avvocato Giampaolo, sarebbe poi state impiegate per la successiva canonizzazione.
In particolare, legata alla figura di Aldo Moro, esiste la testimonianza di monsignor Francesco Colasuonno che ha raccontato di aver pregato davanti al quadro di Aldo Moro durante l’assalto di un gruppo di guerriglieri in Mozambico. Al termine di quella vicenda, disse che doveva la sua salvezza proprio al leader della Dc.
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