Il governo cerca l’intesa con i sindacati spianando la strada al disegno di legge sul salario minimo.
A sorpresa, dal tavolo delle trattative, sparisce uno dei temi di maggiore attrito tra l’esecutivo e le rappresentanze dei lavoratori. Il Ministero del Lavoro, infatti, ha messo nero su bianco la volontà di non parlare più di salario minimo orario in alternativa a quello previsto dal contratto collettivo ma, piuttosto, di riconoscere il valore generale di quello previsto dalla contrattazione nazionale.
In pratica, il nuovo ddl riconoscerebbe la portata erga omnes dei contratti collettivi del lavoro, così come stabilito dalla Costituzione all’art. 39.
Nel testo del disegno di legge resta però il riferimento al compenso di 9 euro lordi. Sulle modalità di applicazione di tale parametro si discuterà nuovamente nelle prossime settimane, quando ci sarà un altro incontro al Ministero del Lavoro tra sindacati ed esecutivo.
Salario minimo orario, soddisfazione dai sindacati
Di passi in avanti nella trattative parla la leader della Cisl Annamaria Furlan, che però invita il governo a rivedere il paletto della cifra dei 9 euro lordi.
“A questo punto è inutile continuare a girare intorno ai 9 euro. È inutile continuare a discuterne. I 9 euro sono molto lontani rispetto a quanto previsto dai minimi dei contratti nazionali che sono molto più alti di quella cifra. Occorre superare questa discussione e dire che ogni lavoratore deve avere il proprio riferimento nel proprio contratto di settore”. E spiega: ” Il salario orario minimo non è solo la paga oraria ma si arricchisce di altre voci: dal tfr alle ferie, che alzano di molto questi 9 euro”.
Dello stesso avviso anche la Uil con Carmelo Barbagallo che ribadisce: “Non si capisce perché abbiano lasciato il riferimenti a 9 euro lordi”.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it