La visita fiscale Inps può essere ripetuta per più volte nel corso del periodo di malattia e anche più volte nello stesso giorno. La riforma delle visite fiscali, con l’introduzione del Polo Unico, ha irrigidito il sistema di controllo medico fiscale, allo scopo di stanare in particolar modo i furbetti delle assenze strategiche, ovvero tutti quei lavoratori dipendenti che prendono giorni di malattia – sovente a ridosso di giorni festivi e weekend – semplicemente per allungare la vacanza.
Visita fiscale Inps ripetuta: cos’è cambiato con la riforma
I dipendenti che prendono giorni di malattia sono soggetti a visita fiscale Inps. Ciò significa che devono rispettare determinate fasce orarie di reperibilità, diverse per dipendenti privati (10-12, 17-19) e pubblici (9-13 e 15-18). Durante questi orari, anche durante i giorni festivi, i sabati e le domeniche, i lavoratori devono farsi trovare al domicilio indicato. Ci sono alcune eccezioni che prevedono i casi di esonero, ma per lo più il medico fiscale deve essere messo in condizione di trovare facilmente il lavoratore e soprattutto di trovarlo al domicilio indicato sul certificato per effettuare la visita medica.
Visita fiscale Inps ripetuta: quando diventa mobbing?
La questione trattata in questo articolo riguarda comunque la visita fiscale Inps ripetuta. Quando la reiterazione del controllo medico fiscale è tale da diventare mobbing nei confronti del lavoratore dipendente? Quando, in parole povere, la visita fiscale ripetuta cessa di essere uno strumento di controllo nei riguardi del dipendente dalla condotta sospetta e sfocia invece nell’intento puramente persecutorio?
Visita fiscale Inps ripetuta: cosa dice la Cassazione
Con la sentenza n. 11739/2019 la Corte di Cassazione si è pronunciata su questo tema trattando il caso di un datore di lavoro che perseguiva condotte mobbizzanti nei riguardi di una sua dipendente affetta da patologia tumorale. Quest’ultima, infatti, sarebbe stata oggetto di troppe visite fiscali datoriali e di eccessivi controlli, anche durante l’orario lavorativo, nonché le reiterate richieste relative a un’assenza durante una visita fiscale. Un comportamento, quello del datore di lavoro, che sfocia per l’appunto nel mobbing, inficiando negativamente sulla dignità della lavoratrice e procurando ulteriori danni di salute alla stessa.
La visita fiscale ripetuta è legittima, conferma la Cassazione, ma l’intenzione persecutoria che si evince dai comportamenti dal datore di lavoro è punibile, soprattutto a causa del manifesto risentimento maturato nel corso del tempo da parte del datore e poi confluito in queste condotte eccessive.
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