Tra le indagini globali di cui si occupa Pew Reseach vi è l’attitudine dei vari popoli verso fenomeni sociali d’attualità. Immigrazione, globalizzazione, ruolo della religione, ecc. Con un confronto tra le reazioni di popolazioni vicine o lontane tra loro.
L’Italia risulta spesso ai primi posti nelle ultime rilevazioni per quanto riguarda lo scetticismo verso la crescente diversità, intendendo per “diversity” l’incremento della convivenza tra persone di provenienza diversa a causa del fenomeno migratorio.
Come in questo caso. Secondo Pew Research il 46% si oppone a un aumento della diversità nel nostro Paese, e solo il 26% la favorisce. Solo i greci sono più ostili, con il 62%. Al contrario, in Canada, Regno Unito, USA più del 60% della popolazione è a favore. Sono più del 50% in Germania, Svezia, Spagna. Il 49% in Francia. Fuori dall’Italia prevalgono le posizioni favorevoli, mentre c’è un po’ più di scetticismo in India.
Sondaggi politici, gli anziani i più ostili alla diversità
Ci sono differenze tra la tipologia di risposta data dalla popolazione, soprattutto, in base all’età e all’istruzione. Anzi l’Italia è il Paese in cui il gap è maggiore tra giovani e anziani (27%). Infatti il 44% dei 18-29enni vede di buon occhio una maggiore diversità, contro il 17% degli over 50. A metà strada i 30-49enni, con il 32%.
È interessante comunque il fatto che la percentuale dei giovani a favore della diversità in Italia è minore di quella di anziani, ugualmente favorevoli, in altri Paesi, come in Australia, Regno Unito, Spagna, USA, Svezia.
Allo stesso tempo risultano essere più favorevoli alla diversità coloro che hanno una educazione maggiore, con il 40%, pur sempre una opinione di minoranza, dunque, contro il 24% dei meno istruiti, almeno in Italia. È un gap che si conferma un po’ ovunque, ma soprattutto in Brasile, Spagna, Argentina.