Che avesse scelto di iscriversi alla facoltà di Scienze Politiche per rimediare ad alcuni “gap importanti”, non era un segreto. Fu lei stessa, la vicepresidente del Senato Paolo Taverna, a rivelarlo qualche tempo fa in un’intervista su Radio 1, ai microfoni di Un giorno da Pecora.
Oggi, intervistata da Luca Telese per Panorama, la senatrice M5S torna sulla questione annunciando che è ormai vicina al traguardo.
A separarla dalla laurea in Scienze politiche, indirizzo amministrativo pubblico, ci sono solo due esami. Uno di questi è quello in economia aziendale, attualmente in preparazione.
Una preparazione spesso riservata alle ore notturne che fa convivere con il ruolo di vice a Palazzo Madama e con il suo essere madre single di un figlio 17enne.
Ma le cose, sebbene un po’ a rilento, procedono bene. Ha una media del 28, anzi, “27,67: me so’ allargata un po“. Accanto a tanti 30, infatti, c’è un solo voto basso che le ha fatto precipitare media.
“Ho preso un 23 a istituzioni di diritto pubblico, quanto ho rosicato! Non ho risposto bene, e avevo rifiutato il voto. Poi ho pensato: «No Paola, tu devi andare avanti, non te lo puoi permettere»”.
Paola Taverna: “Studiare mi ha fatto correggere molte opinioni estremistiche”
Il percorso universitario. intrapreso quando la senatrice già sedeva tra gli scranni parlamentari, nella precedente legislatura, ha avuto i suoi risvolti positivi. “Mi ha cambiato moltissimo“, ammette Paola Taverna. E spiega: “L’esame di Diritto europeo. Studiando capisci che c’era una grande architettura, in parte snaturata. Ho corretto molte opinioni estremistiche“.
Intanto, mentre studia per i prossimi esami, già scrive la tesi. Il tema? Reddito di cittadinanza e salario minimo. “Ma sono in conflitto di interessi. Se approviamo il salario, da parlamentare festeggio, ma da studente devo rimettere mano al testo!“
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