Il segretario del Partito Democratico non ha dubbi. L’espulsione del sottosegretario leghista Armando Siri, sintetizzata dal premier Conte in “una discussione franca e non banale“, nasconde una ferita ben più profonda. Una ferita che per Nicola Zingaretti ha inesorabilmente compromesso i rapporti interni nella maggioranza, rendendola incapace di affrontare la difficile stagione politica che inizierà dopo il voto di maggio.
“Non io – spiega il segretario a Porta a Porta – ma il ministro dell’Economia di questo governo ha detto che dopo le europee o aumenterà l’Iva o ci sarà una stagione di tagli. Qualsiasi maggioranza per affrontare quei passaggi deve avere una forza che questo governo non ha più”. E su una possibile crisi preannuncia: “Non so quando accadrà ma accadrà, perché questo fatto pesa molto“.
Nicola Zingaretti: “Centrosinistra unito più competitivo di Lega e M5s”
Se la condizione di separati in casa tra Lega e Movimento Cinque Stelle dovesse avviarsi verso un divorzio, per il segretario Zingaretti non potrà esserci altra soluzione che il voto, come ribadito già in passato.
Anche subito, agli inizi di settembre e con la finanziaria alle porte. Perché, spiega, “un nuovo governo parlamentare non farebbe l’interesse dell’Italia“.
In studio, però, c’è chi gli fa notare che il Partito Democratico, nonostante la timida ripresa nei sondaggi, è molto lontano dal conquistare una maggioranza utile per governare. Maggioranza alla quale sono molto più vicine le attuali forze di governo, anche prese singolarmente.
“Nessuno avrebbe scommesso nemmeno sul fatto che 1milione e 600mila persone andassero a votare per le primarie – si difende Zingaretti -. Credo che se si andasse al voto, anche presto, grazie a tanti elettori moderati si ricostruirebbero le condizioni per una nuova alleanza di centrosinistra. Una proposta difficile ma molto più competitiva dei Cinque Stelle, che correrebbero soli, e del centrodestra, guidato da chi si colloca su posizione estreme“.
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