Il legislatore prevede opportune tutele in tutti i casi in cui si siano verificati decessi di lavoratori, causa di infortuni sul lavoro o malattie professionali. Ovviamente i destinatari di questi strumenti sono familiari e congiunti. Vediamo di seguito cosa prevede la legge in tema di risarcimento per morte sul lavoro, quali sono i tipi di importo previsti e chi sono gli eredi.
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Risarcimento per morte sul lavoro: che cos’è la rendita ai superstiti e quale finalità ha?
Prima di esaminare la questione del risarcimento per morte sul lavoro, occorre spendere qualche parola sulla cosiddetta rendita ai superstiti. Essa è lo strumento tipico di tutela dei familiari del lavoratore deceduto. È erogato dall’Inail a decorrere dal giorno del decesso e consiste in una vera e propria prestazione economica, peraltro non soggetta ad IRPEF, la quale è data ai familiari del deceduto per infortunio o malattia professionale, anche detti – in queste circostanze – superstiti.
I destinatari o aventi diritto sono il coniuge o la persona unita civilmente e cìò per tutta la vita, fino ad un eventuale ulteriore matrimonio o unione civile. Inoltre, sono destinatari i figli, minorenni o a carico fino ai 26 anni di età (se studenti universitari e senza lavoro). Altrimenti, per poter aver diritto, debbono essere figli maggiorenni nella condizione di inabilità al lavoro. In mancanza di essi, subentrano nel diritto, i genitori naturali o adottivi, se viventi a carico e i fratelli o sorelle, se viventi a carico e conviventi.
Come funziona il meccanismo di risarcimento e chi sono gli eredi?
A questo punto è utile fare chiarezza circa eventuali aspetti risarcitori, legati al decesso del lavoratore per infortunio o malattia professionale. Abbiamo pertanto che, in tutti i casi in cui il decesso sia stato causato da colpa del datore di lavoro (ad esempio da sua negligenza nell’approntare adeguati strumenti di tutela della sicurezza in caso di mansioni pericolose per la salute), agli eredi del lavoratore andrà il risarcimento del danno morale, calcolato secondo equità, anche facendo riferimento alle sofferenze e al turbamento vissuto dai congiunti, per la perdita del familiare lavoratore.
Non solo. Sarà possibile risarcire anche il danno biologico, legato al pregiudizio dell’integrità psico-fisica patito dai familiari (si pensi ad esempio ai casi di depressione successivi al decesso del lavoratore) e quantificato con un attenta valutazione delle circostanze concrete. Ciò detto con riguardo ai danni non patrimoniali, è però vero che ai familiari della vittima sono anche risarcibili i danni patrimoniali, vale a dire tutte le spese e i mancati guadagni patrimoniali, nonché i mancati contributi al sostentamento dei familiari, che sarebbero stati dati dal lavoratore negli anni a venire. Ovviamente l’accertamento della colpa e dell’eventuale danno spetta al giudice, quindi per poter ottenere risarcimento per morte sul lavoro, occorrerà una causa in tribunale contro il datore di lavoro. In conclusione, ricordiamo che per eredi del lavoratore deceduto sono da intendersi i superstiti, vale a dire i soggetti citati in precedenza.
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