Aldo Moro 9 maggio: morte, frasi e storia politica dell’ex presidente Dc

Oggi, 9 maggio 2019, ricorre il 41esimo anniversario del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro in una Renault 5 rossa in Via Caetani a Roma

Aldo Moro 9 maggio: morte, frasi e storia politica dell’ex presidente Dc
Aldo Moro 9 maggio: morte, frasi e storia politica dell’ex presidente Dc

Roma, 9 maggio 1978: viene ritrovato il cadavere del leader della Democrazia Cristiana Aldo Moro nel bagagliaio di una Renault Rossa parcheggiata in Via Caetani.

Aldo Moro: sequestro, prigionia e morte

La mattina del 16 marzo del 1978 Aldo Moro si stava recando in Parlamento: quel giorno si sarebbe svolta la presentazione del governo guidato da Giulio Andreotti. La Fiat 130 su cui viaggiava il Presidente Dc, partita dalla sua abitazione sita nella zona Monte Mario di Roma, venne intercettata da un commando delle Brigate Rosse all’angolo tra Via Fani e Via Stresa. In un’azione repentina, i terroristi uccisero tutti gli uomini della scorta e quindi sequestrarono Moro.

Moro venne ritrovato 55 giorni dopo, ucciso da 12 proiettili, nel bagagliaio di una macchina posta nelle vicinanze sia della sede nazionale della Dc, sita in Piazza del Gesù, che di quella del Pci in Via delle Botteghe Oscure. Moro, 61 anni, è stato sepolto nel comune di Torrita Tiberina, luogo in cui spesso soggiornava. Il 13 maggio 1978 Papa Paolo VI, che molto si prodigò per la sua liberazione, officiò una commemorazione pubblica a cui parteciparono molti esponenti dello stato ma non la famiglia. I parenti dello statista rifiutarono anche le esequie di Stato perché ritennero che il mondo politico non avesse fatto abbastanza per salvare la vita del proprio caro.

Aldo Moro: stato democratico, stato sottratto alla prepotenza

Aldo Moro è stato oltre che uomo politico di spicco anche illustre giurista e professore universitario. Dopo la sua morte gli studiosi hanno cercato, attraverso le opere, gli scritti e i discorsi, di definire il nucleo teorico della sua riflessione. Il concetto fondamentale individuato da chi sta tuttora studiando il pensiero di Moro è quello di “dignità della persona”.

Una dignità che lo Stato e le sue leggi hanno il compito di salvaguardare da ogni pericolo, come sottolinea Moro in un discorso tenuto a Milano nel 1959: “Lo Stato democratico, lo Stato del valore umano, lo Stato fondato sul prestigio di ogni uomo e che garantisce il prestigio di ogni uomo, è uno Stato nel quale ogni azione è sottratta all’arbitrio ed alla prepotenza, in cui ogni sfera di interesse e di potere obbedisce ad una rigida delimitazione di giustizia, ad un criterio obiettivo e per sua natura liberatore; è uno Stato in cui lo stesso potere pubblico ha la forma, la misura e il limite della legge, e la legge, come disposizione generale, è un atto di chiarezza, è un’assunzione di responsabilità, è un impegno generale ed uguale”.

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