Pensioni ultima ora: il via ai tagli delle cosiddette pensioni d’oro voluto dal governo e annunciato dall’Inps in partenza a giugno 2019 continua a scatenare reazioni. Vediamo prima nel dettaglio in cosa consisteranno i tagli e chi sarà interessato.
Pensioni ultima ora, tagli e aliquote per cosiddette pensioni d’oro
L’Inps ha informato che “a decorrere dal 1° gennaio 2019 e per la durata di 5 anni, i trattamenti pensionistici diretti complessivamente eccedenti l’importo di 100.000 euro lordi su base annua sono ridotti di un’aliquota percentuale in proporzione agli importi dei trattamenti pensionistici”.
Il taglio, come affermato dal numero uno dell’Inps Pasquale Tridico, interesserà 25mila posizioni per un risparmio stimato dallo Stato di 140 milioni. Il taglio è relativo solo alla “parte retributiva” secondo le seguenti aliquote: 15% per la quota di assegni tra 100.000 e 130mila euro; 25% per le pensioni da 130mila a 200mila euro; 30% per la quota di importo da 200.000 a 350.000 euro; 35% per la quota di importo da 350.000 a 500.000 euro; 40% per la quota oltre 500 mila euro.
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Pensioni ultima ora, le dichiarazioni de Presidente della Confederazione Italiana dei Dirigenti e delle Alte professionalità
Ad annunciare i ricorsi è la Confederazione Italiana dei Dirigenti e delle Alte professionalità (Cida). Dopo aver esternato a più riprese, nei mesi precedenti, la contrarietà ai tagli fa sapere che con l’entrata in vigore da giugno dei tagli ci sarà “una valanga di ricorsi”.
Secondo Mario Mantovani, presidente della Cida, si tratta di un “taglio pesante per gli interessati, inutile per il bilancio pubblico”. E aggiunge: “il ricavo per le finanze pubbliche si riduce a poco più di 120 milioni l’anno (si segnala una differenza di 20 mln di euro rispetto ai costi stimati dall’Inps ndr) che, con molta probabilità, produrranno costi ben maggiori per lo Stato a seguito dei numerosi ricorsi”. E a proposito dei ricorsi afferma: “seguiranno la strada nei Tribunali ordinari, dopo di che se qualche magistrato ravviserà nella norma un qualche profilo di incostituzionalità, sarà chiesto un parere alla Corte Costituzionale”.
I tempi? Il Presidente della Confederazione Mantovani è consapevole “che i tempi non saranno brevi, ma non possiamo transigere su questioni di principio così rilevanti”.
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