Pensioni ultima ora: rivalutazione “Tridico mente sapendo di mentire”
Pensioni ultima ora: ad animare il dibattito è la rivalutazione degli assegni pensionistici. Il ricalcolo delle pensioni segue l’applicazione del nuovo calcolo degli assegni secondo quanto previsto dalla legge di Bilancio 2019 in riferimento alla perequazione che ha come obiettivo la tutela del potere d’acquisto dei pensionati.
Gli assegni sono erogati in base ai nuovi parametri dal mese di aprile 2019. A giugno scatterà il recupero delle somme versate in più nei primi tre mesi dell’anno (gennaio, febbraio e marzo) per poi continuare con le pensioni adeguate alla nuova perequazione per il recupero dell’inflazione.
Pensioni ultima ora, botta e risposta Pedretti (Spi Cgil) e Tridico (Inps)
Proteste per i tagli alle pensioni dal fronte sindacale. Il segretario generale Spi Cgil va all’attacco: “C’è un accordo sottoscritto dai sindacati col precedente governo che doveva riportare in vigore il vecchio sistema di rivalutazione e che è stato disatteso. 3,5 miliardi finiranno direttamente dalle tasche dei pensionati nelle casse dello Stato”.
La posizione del Presidente dell’Inps è diametralmente opposta alla interpretazione del sindacato. “Non si può dire – sono le parole di Tridico – che quello sulle rivalutazioni delle pensioni sia stato un taglio, semmai, rispetto alla legge precedente, un aumento”.
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Pensioni ultima ora, Pedretti (Spi Cgil) contro Tridico
Pedretti dello Spi Cgil replica: “Sulla rivalutazione delle pensioni, il presidente dell’Inps continua a mentire, sapendo di mentire. Il taglio c’è stato, eccome, tanto che 3,5 miliardi finiranno direttamente dalle tasche dei pensionati nelle casse dello Stato”.
“C’era un accordo sottoscritto dai sindacati con il precedente governo – continua il sindacalista – che doveva riportare in vigore il vecchio sistema di rivalutazione e che è stato disatteso. È davvero incredibile che a rispondere a milioni di pensionati arrabbiati e delusi sia il presidente di un ente che dovrebbe essere super partes e rappresentare gli interessi generali”.
“Di sicuro – conclude il segretario generale Spi Cgil – c’è che dopo la manifestazione del 1° giugno in piazza San Giovanni, dovremo andare anche sotto l’Inps per ricordare a chi lo dirige qual è il suo ruolo e per sollecitarlo a fare meglio il proprio lavoro, viste le ripetute disfunzioni che registriamo a discapito dei cittadini”.
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