Un giorno in pretura – Gianni il bello: anticipazioni e dettagli del caso
Un giorno in pretura, questa sera su Rai 3 si parlerà del caso Melluso, meglio noto come “Gianni il Bello”, condannato in primo grado e scagionato in Assise
Oggi domenica 12 maggio, in prima serata su Rai 3, andrà in onda un nuovo appuntamento con il programma Un giorno in Pretura, trasmesso per la prima volta nel 1988. Attraverso un viaggio all’interno delle aule di Tribunale di tutta Italia, si approfondiscono casi di cronaca, di omicidio e di violenza.
Questa sera si discuterà di Gianni Melluso, accusato e poi scagionato per l’omicidio di Sabine Maccarrone, donna di origine svizzera uccisa nel 2007.
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Un giorno in pretura – Gianni il bello: anticipazioni, Melluso scagionato in Assise
Gianni Melluso, meglio noto come Gianni il Bello, è una delle persone che accusò Enzo Tortora di avere rapporti con la Mafia. Gianni venne condannato in primo grado per l’omicidio della quarantenne svizzera, dopo che il corpo della donna era stato ritrovato senza vita a Mazara del Vallo. La corte D’Assise ha però scagionato Melluso, annullando la precedente condanna all’ergastolo.
La donna lavorava in un bar di Sciacca, paese di origine di Gianni il Bello e quest’ultimo venne considerato come il mandante per quel feroce omicidio. Nel 2015, infatti, Melluso venne dunque condannato all’ergastolo. Complice della sentenza, la lunga lista di crimini commessi in precedenza da Melluso. L’uomo, inoltre, all’epoca dell’omicidio della barista italo – svizzera stava già scontando una pena di otto anni per il reato di sfruttamento della prostituzione.
Un giorno in pretura – Gianni il bello: D’Assero aveva accusato Melluso per l’omicidio della compagna
Il compagno di Sabine, Giuseppe D’Assero, aveva condiviso la cella con Gianni Bello per alcuni mesi ed era stato lo stesso D’Assero a coinvolgere il pregiudicato all’interno delle indagini per l’omicidio della donna. La condanna di primo grado diede credito alle dichiarazioni di Giuseppe D’Assero, che continuava a proclamarsi innocente.
La Corte D’Assise ha poi giudicato Melluso come estraneo ai fatti, ritenendo che le accuse fossero solo un capro espiatorio utilizzato da D’Assero, esecutore materiale del brutale omicidio della barista.
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