Elezioni Australia, ultime notizie: candidati e sondaggi. Quando si vota.
Elezioni Australia: I temi che decideranno il voto. Dall’ambiente alla questione migratoria, senza dimenticare l’economia.
Sabato 18 Maggio si terranno in Australia le elezioni legislative. Verrà rinnovata l’intera Camera dei Rappresentanti e la metà dei seggi del Senato. A sfidarsi saranno l’attuale primo ministro del paese Scott Morrison, del Partito Liberale (centrodestra) e Bill Shorten, candidato nelle fila del Partito Laburista (centrosinistra). Particolarità del paese oceanico è quella di essere una delle poche nazioni dove recarsi alle urne è tuttora obbligatorio.
I sondaggi danno lievemente avanti Shorten, anche se il gap della coalizione liberale-nazionale che sostiene l’attuale primo ministro d’Australia si sarebbe ridotto nelle ultime settimane. Secondo le ultime rilevazioni, i laburisti dovrebbero riuscire a guadagnare i voti necessari per avere una maggioranza alla camera bassa, e poter formare così il governo. Ma proprio la stretta distanza fra le due parti rende difficile ipotizzare oggi l’esito finale.
Elezioni Australia, i temi del dibattito politico
Decisivi dovrebbero essere i seggi contesi in regioni come il Queensland, il Nuovo Galles del Sud e Victoria. Qui all’interno dei temi di dibattito è emersa fortemente la linea divisoria sull’ambiente, al primo posto delle priorità degli elettori in tutti i sondaggi. Siamo di fronte ad una questione che potrebbe mettere a serio rischio la vittoria liberale in contesti tradizionalmente loro appannaggio.
Morrison ha fortemente attaccato le proposte di Shorten in merito alle politiche ambientali, giudicate troppo costose per la fase che attraversa attualmente l’economia australiana. Canberra è fortemente interessata dal conflitto tra Usa e Cina, tra i principali partner economici del paese. L’Australia è inoltre il primo esportatore al mondo di carbone e metano.
Oltre che in riferimento all’ambiente, i Laburisti hanno caratterizzato la loro campagna politica nel senso del maggiore investimento pubblico in settori come la sanità e l’istruzione. Dal canto suo Morrison ha bollato come “irresponsabili” le proposte laburiste in termini di spesa pubblica e fiscalità. Morrison ha anche criticato la proposta laburista di tagliare molte esenzioni fiscali alle fasce più agiate del paese. Questo è un altro dei punti cardini del programma di Shorten per la sua Australia.
Il peso degli scontri interni al Partito Liberale
A contare sarà senza ombra di dubbio il tema migratorio. Morrison si è distinto negli anni al governo come sostenitore di una linea dura nei confronti dei richiedenti asilo nel paese. Questo gli è costato anche un uovo in faccia durante uno degli ultimi comizi da parte di una manifestante. Il fatto è stato forte oggetto di dibattito sui media negli ultimi giorni, polarizzando ulteriormente la campagna elettorale.
Uno degli elementi che potrebbero d’altro canto creare problemi al Partito Liberale è l’esito sull’opinione pubblica dello scontro interno al partito materializzatosi negli ultimi quattro anni. Questi hanno visto ben tre esponenti darsi il cambio alla guida dell’organizzazione. I predecessori di Morrison, Malcolm Turnbull e Tony Abbott, non stanno sostenendo in maniera forte l’attuale primo ministro, per usare un eufemismo. Stessa scelta è stata fatta dall’ex premier d’Australia John Howard. La frattura tra fazioni, in un risultato testa a testa, potrebbe risultare decisiva.
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