Sine ira et studio è l’espressione latina citato da Enrico Mentana in apertura del telegiornale serale di La 7 lunedì 13 maggio 2019. Come mai il giornalista ha utilizzato l’espressione coniata da Tacito? Lo ha fatto rispondendo al ministro dell’Interno Matteo Salvini che nel corso di un comizio tenutosi a Legnago ha tirato in ballo alcuni tg. “Vi sfido: fate un esperimento, andate a guardare stasera i telegiornali, Tg1, Tg5 o La7. Scommettiamo che non ci sarà nessuno degli argomenti dei quali stiamo parlando qui in piazza ma ci saranno tante altre fesserie di cui non interessa nulla a nessuno”.
Sine ira et studio Mentana, la risposta del direttore al ministro Salvini
In maniera diretta Mentana ha dunque replicato al segretario della Lega ricostruendo l’intera vicenda.
“Questa sera Salvini, tanto per cambiare, ha scelto un nuovo obiettivo. Non più conduttori o scrittori che non gli piacciono ma i telegiornali. È segno che in questo momento lui, o chi gli indica gli obiettivi comunicativi, ritiene che faccia gioco prendersela con i telegiornali. A noi, con tutto il rispetto per il ministro dell’Interno, ci fa un baffo una critica come questa”.
Lo stesso Mentana ha inoltre proseguito: “Forse dovremmo parlare del concorso VinciSalvini? O forse, più seriamente, delle famose centinaia di migliaia di rimpatri promessi un anno fa in campagna elettorale, e che non ci sono stati affatto. Ma sicuramente ne avrà parlato il ministro nel suo comizio”.
“Col sorriso sulle labbra però ricordiamo a Salvini che abbiamo avuto modo di criticare prima per queste scelte inconsulte e di offesa all’informazione, anche chi ha governato prima di lui, con più titolo e per più lungo tempo. Certo, queste cose non fanno paura e non modificano il nostro modo di lavorare che sarà comunque sempre sine ira et studio – anche Salvini ha fatto il classico con noi – nei suoi confronti”.
Sine ira et studio, il significato
Qual è dunque il significato dell’espressione utilizzata da Mentana. Sostanzialmente – secondo il vocabolario Treccani – significa «senza ira o parzialità» e quindi «spassionatamente». Si ricorda che l’espressione è usata da Tacito (Annali I, 1) con riferimento al suo programma storiografico, talvolta citata per sottolineare l’obiettività di un proprio giudizio o atteggiamento.
Secondo quanto proposto da nicedie.it l’espressione è traducibile anche con “senza prevenzione e partigianeria”.
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