Palazzina, elemosiniere, elettricità e degrado
La palazzina di cui si parla in questi giorni ha otto piani, due interrati per un totale di 17,000 mq. Tutte le bollette vengono saldate dai vecchi proprietari dello stabile, mentre inquilini e nuovi proprietari si vantano di non pagarle. I vecchi proprietari smettono di pagare, la società elettrica Hera stacca la corrente e 450 persone escono per protestare. Sono adulti, anziani, ammalati, donne con bambini, italiani e immigrati, regolari e non, gente comunque poverissima che non ha manco l’elettricità per il frigorifero e sta lì pagando 15 euro di affitto all’anno.
All’improvviso Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, arriva con un furgone carico di regali, poi spacca i sigilli e riattiva la corrente.
Ha fatto bene?
Amo la mia terra e pago le tasse (anche) perché gli italiani più sfortunati non muoiano di fame per strada. È stato l’elemosiniere ma poteva essere anche Salvini, De Michelis redivivo o Giulio il panettiere, per quel che m’interessa: in un paese civile è inaccettabile che un essere umano crepi d’inedia.
Sì, bisogna valutare caso per caso.
Sì, dentro c’è chi merita più aiuto e chi ne approfitta.
Tutto quello che volete, ma se per castigare 10 banditi deve crepare uno sfortunato, l’equazione non è accettabile. C’è un minimo standard in cui un essere umano dev’essere protetto e tutelato dal proprio Stato. Chiarito questo punto – che ripeto, non è trattabile – ci
troviamo di fronte a un florilegio di orrori.
Da un lato uno Stato che non è capace di proteggere i più deboli e li costringe ad arrangiarsi, ma dall’altro, ed è quello che mi fa più schifo, questi deboli finiscono nelle mani di personaggi… uh, discutibili. Perché chi gestisce quella corte dei miracoli fattura 250,000 euro annui in nero, non paga le bollette che dal 2013 ammontano a 300,000 euro. Direi che i soldi per dare l’elettricità a quei poveretti li aveva. Anche perché le spese di manutenzione sono nulle, e all’interno della palazzina ci sono discoteca, un cinema, una falegnameria, due bar, una produzione propria di birra (certamente con tutte le certificazioni sanitarie) e il tutto senza rispettare alcuna legge sulla sicurezza o norma igienica.
Ci sono 5 bagni per 450 persone, per dirne una.
Nella discoteca sottostante – impianto elettrico, aerazione, a norma, sì? – si fuma tranquillamente, non ci sono uscite di sicurezza o buttafuori autorizzati, il numero di persone all’interno non rispetta i numeri previsti (cosa che non fa pressoché nessuna discoteca d’Italia) e dentro c’è quell’allegra anarchia che ti fa sgasare con la moto in centro pista.
È tutto usuale, per l’Italia, e la gente fa spallucce. Perché le norme sono opprimenti, perché avere tanta gente fa fare tanti soldi, perché lo fanno tutti, solite storie – e scuse. Come dice Hubert, fino a qui tutto bene.
Ma cosa succederebbe nella palazzina se ci fosse un incendio come alla Greenfell tower? C’è l’impianto antincendio? Cosa succederebbe se nella discoteca qualcuno spruzzasse gas urticante come nella discoteca Lanterna azzurra? Cosa succederebbe se ci finisse un’altra Desirée? Perché sono cose che succedono, quando non si rispettano norme e regolamenti. L’elemosiniere che strappa i sigilli è una toppa, e fino adesso ci è costata due robe marcite in frigo e qualche doccia fredda. Sarebbe il caso di sfollare quella palazzina, ricollocare i disperati che ci stanno e far due parole con chi, su quei disperati, ci ha fatto un business.
Il tutto prima che gli stimaticolleghi possano titolare “una tragedia evitabile”, almeno.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it