Quanto guadagna Fabio Fazio in Rai, ecco il contratto del conduttore

Lo stipendio di Fabio Fazio, conduttore della nota trasmissione Rai Che tempo che fa, è diventato un caso politico in parallelo alla nascita del governo giallo-verde a al contestuale cambio dei vertici di Viale Mazzini.

Fabio Fazio: trasloco o meno soldi?

Notizia di queste ore: Teresa De Santis, direttrice di Rai 1 in quota Lega, avrebbe tagliato le ultime tre seconde serate di Che tempo che fa per questa stagione; il provvedimento sarebbe avvenuto all’insaputa del direttore dei palinsesti Marcello Ciannamea e soprattutto dell’Ad Fabrizio Salini.

Quest’ultimo ha poi incontrato lo stesso Fabio Fazio a Milano: Salini non può non avere a cuore i 4 milioni di telespettatori che in media guardano la trasmissione ma visto il clima che si è venuto a creare bisogna affrontare il tema del contratto.

Riduzione dello stipendio o semplice trasloco? Le indiscrezioni riferiscono di un possibile passaggio su Rai 2, sotto l’ala di Carlo Freccero, anche se pare affacciarsi l’ipotesi di permanenza del programma su Rai 1 ma con un compenso più basso.

Cosa dice il contratto del conduttore?

Hanno criticato le cifre del contratto di Fabio Fazio, in momenti diversi, un po’ tutte le forze dell’arco politico. Per esempio, il deputato del Pd Michele Anzaldi ha presentato anche un esposto all’Anac e alla Corte dei Conti in merito. D’altra parte, l’accordo sottoscritto dal direttore generale Mario Orfeo è valido fino al 2021 e se la Rai non lo rispetterà dovrà sborsare 7 milioni di euro di penali.

Ma, nello specifico, quanto incassa Fabio Fazio? Andando alle cifre, incassa un cachet di 2.240 milioni di euro a cui bisogna sommare 704mila euro di format fee, cioè di diritti per la proprietà del format, per 32 prime serate e 32 seconde serate all’anno.

Dunque, Fazio prende 50mila euro per ogni puntata in prima serata e 13mila per ogni puntata in seconda serata, a cui vanno aggiunti circa 7mila euro come autore. A conti fatti, i suoi compensi non si discostano molto da quelli di Carlo Conti, Antonella Clerici e Bruno Vespa.

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