Il riconoscimento facciale avrà anche dei lati positivi
Di recente si fa un gran parlare del fatto che San Francisco ha bandito il riconoscimento facciale.
Sull’argomento ci ha fatto una puntata Click della BBC (quindi è sublime), ma io credo sia un dibattito inutile. Con Internet la privacy ha smesso di esistere da molti anni. Per esempio, da quando Zuckerberg ha gridato “fotografati mentre pippi la bubba sul tavolino e i tuoi amici metteranno un cuoricino” e la popolazione mondiale ha subito procurato fotografie dettagliate dei propri organi genitali, del proprio viso da più angolazioni, dei posti che frequenta, della gente che ha cara e la loro faccia, dei propri gusti e credo politico, nonché dei propri pensieri più intimi. Tutti schedati e rivenduti. I più svegli documentano anche le proprie illegalità; selfie con la pianta di ganja in sottofondo, foto di gruppo con armi non dichiarate.
Hey, Curtis, tu cosa ne pensi?
L’articolo 12 che tutela la privacy dice che “Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione”. Era eccezionale, se fossimo nel 2000. Ma oggi buona parte della popolazione occidentale passa le giornate a ingiuriare e diffamare il prossimo via Internet; veniamo bombardati di pubblicità mirate grazie a dati estorti, il nostro cellulare ci ascolta, i servizi di posta leggono la nostra corrispondenza.
Chi volesse doxxarci potrebbe tranquillamente andare a sbirciare i nostri pensieri da ubriachi di dieci anni fa.
Per riuscire a difenderci dovremmo dedicarci intere giornate e spenderci soldi.
Lo fanno pochi pazzi, il resto di noi sbuffa e allarga le braccia. Siamo abituati al fatto che i nostri diritti vengono violati sistematicamente; di Snowden ed Assange non c’importa niente, buona parte della popolazione nemmeno sa chi siano o cos’hanno fatto, figurarsi Cambridge Analytica.
Al limite mandiamo a quel paese una poveretta che in Romania s’è imparata l’italiano studiando di notte e ora sta facendo la centralinista per un pasto caldo e una manciata di orsetti gommosi.
Drrrriiiiiin
In Cina questa roba è stata portata all’estremo e il commento medio è “sembra una puntata di Black Mirror”. Detto questo, la nostra protesta si conclude. Siamo una società passiva. Questo da un lato è un bene, perché abbiamo smesso di mettere bombe nei treni e di gambizzare giornalisti.
Dall’altro è un male perché tolleriamo tutto.
Quindi nei prossimi anni il riconoscimento facciale diventerà la nostra quotidianità, ci piaccia o no. Lo indoreranno con la sicurezza, ce lo faranno bere con qualche app social che serve a scopare tipo “trova il partner con il viso più compatibile al tuo secondo l’oroscopo” e alla fine sarà come gli autovelox: nemmeno li vedi, quei cornuti.
Tuttavia, potrebbe esserci un enorme lato positivo: torneranno i cappelli belli.
Immaginando un mondo dove le telecamere ti vedono, ti riconoscono e proiettano una pubblicità mirata, oppure ti sputtanano sui megaschermi perché rubi la carta igienica, sarà necessario occultare il proprio viso. Ma servirà farlo in maniera esteticamente accettabile. Il cappellino a visiera oltre a non star bene a nessuno offrirà una protezione troppo piccola; è anche ormai appannaggio esclusivo di spacciatori e idioti, quindi ha i giorni contati.
Potremmo assistere al ritorno del Borsalino per gli uomini e ai cappellino con la veletta per le donne. La figata assoluta. Ecco, io per una cosa del genere sono disposto a ingurgitare qualunque pubblicità.
Anche per questo, del futuro io sono molto ottimista.