Flat tax, aumento dell’Iva e nuova legge di Bilancio. Cosa succederà nei prossimi mesi è impossibile dirlo con esattezza. La campagna elettorale per le elezioni europee ha reso il clima politico incandescente. Il dibattito è serrato e la contesa ha spesso per protagonisti proprio gli alleati di governo: MoVimento 5 Stelle e Lega. Resta da capire se all’indomani del voto – molto dipenderà anche dai risultati – la conflittualità rientrerà gradualmente oppure saranno più maturi i tempi di una crisi di governo.
Economia, i nodi per il Governo
Sullo sfondo incombono prima di tutte le questioni economiche. L’autunno sarà in questo senso decisivo. Dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro dell’economia Giovanni Tria giungono segnali distensivi all’indirizzo dei mercati. Mentre gli esponenti più esposti politicamente, su tutti Salvini, continuano ad avere una posizione abbastanza battagliera per esempio rispetto ai vincoli imposti da Bruxelles. Un’altra grande questione aperta che si collega sempre alla necessità di recuperare risorse finanziarie è la strada che il Governo dovrà intraprendere per evitare l’aumento dell’Iva.
Flat tax 2020, Governo punta a maggiore flessibilità di Bruxelles
L’intenzione delle forze di governo è di riuscire ad ottenere – dopo il voto e anche grazie alla auspicata avanzata delle forze populiste alle prossime europee – maggiori margini di flessibilità da Bruxelles.
Secondo quanto riferisce il quotidiano Il Mattino, a questo si accompagna l’ipotesi di una nuova spending review, più altre somme da recuperare dall’evasione fiscale e la possibilità di rivedere le detrazioni e le agevolazioni fiscali per i lavoratori dipendenti che allo Stato costano 48 miliardi l’anno.
Ma su come impiegare tali risorse non ci sarebbe ancora piena convergenza tra M5S e Lega.
Per Di Maio dovranno servire ad evitare completamente l’aumento dell’Iva. Salvini e la Lega puntano “la flat tax piena” ovvero con 15% di tassazione per i redditi familiari fino a 50 mila euro e del 20% sopra questa soglia. C’è di più. Salvini e la Lega vorrebbero modificare la natura del bonus di 80 euro introdotto da Renzi che costa allo Stato 10 miliardi di euro l’anno.
Come? A spiegarlo è l’esponente della Lega cioè il sottosegretario Massimo Garavaglia: “Rendendolo una riduzione fiscale e non più una spesa per lo Stato. Non vogliamo – aggiunge – penalizzare nessuno e nessuno pensa di togliere gli 80 euro, vogliamo però trasformarli in una minore tassazione valida anche ai fini pensionistici”.
Salvini: nei primi tre mesi del 2019 sono state aperte 200 mila nuove partite Iva
Infine di tassazione Salvini ha parlato nel corso dell’intervista rilasciata al Corriere e pubblicata il 15 maggio 2019. Il vicepremier si è espresso in questi termini: “Prenda la flat tax a cui ci dicono che dovremmo rinunciare: nei primi tre mesi di quest’anno sono state aperte 200 mila nuove partite Iva. Se il quadro migliora, la gente dice «io ci provo». Per questo ridurre le tasse alle imprese è una priorità: perché il salario minimo lo dà l’impresa, non altri”. E quando l’intervistatore gli ha chiesto conto delle scarse risorse a disposizione Salvini ha controbattuto così: “Ma questi sono i vincoli fiscali superati, vecchi e senza senso imposti dall’Ue. Il punto non è la copertura. Per esempio: io ho proposto la detraibilità del 100% delle auto aziendali. Mi dicono che lo stato incassa 500 milioni di meno. Ma se vendi molte auto in più, lo Stato incassa 600 milioni”.
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