Pace fiscale: sanatoria errori formali di 200 euro, come accedere in tempo
l’AdE precisa quali sono le violazioni che sarà possibile regolarizzare attraverso la sanatoria e quali, invece, sono escluse dalla pace fiscale
Con una recente circolare, l 11/E del 15 maggio 2019, l’Agenzia delle Entrate precisa quali sono le violazioni che sarà possibile regolarizzare attraverso la sanatoria e quali, invece, sono escluse dalla pace fiscale.
Pace fiscale: chi può accedere alla sanatoria
Potranno accedere alla definizione agevolata tutti quei contribuenti che hanno necessità di regolarizzare infrazioni, inosservanze e omissioni relative a Iva, Irap, imposte dirette e addizionali, imposte sostitutive, ritenute alla fonte e crediti di imposta commesse entro il 24 ottobre 2018 a condizione che non incidano sulla determinazione della base imponibile, sulla liquidazione e sul pagamento delle imposte.
La prima scadenza da ricordare per quanto riguarda i versamenti della definizione agevolata è quella del 31 maggio 2019 poi quella del 2 marzo 2020: si potrà pagare in un’unica soluzione entro il 31 maggio oppure in due rate, la seconda fissata, appunto al 2 marzo 2020. La rimozione delle irregolarità dovrà essere portata a termine al massimo entro questa data a condizione che entro il 31 maggio 2019 siano stati effettuati gli opportuni versamenti.
Innanzitutto, bisognerà corrispondere una cifra forfettaria di 200 euro per ciascun periodo d’imposta di riferimento, d’altra parte, per quanto riguarda la regolarizzazione l’Agenzia delle Entrate valuterà se la violazione sia stata commessa o meno in buona fede o comunque per un giustificato motivo.
Pace fiscale 2019: quando parte e a chi spetta in 4 punti
Quando si applica la rimozione della violazione
Nella medesima circolare l’AdE fornisce alcuni esempi di irregolarità che permettono di accedere alla Pace Fiscale. Tra queste, per esempio, dichiarazioni incomplete, spesometro irregolare o con omissioni (solo se l’imposta risulta assolta), elenchi Intrastat irregolari, incompleti o con omissioni. Spazio anche a dichiarazioni di inizio o variazione d’attività con omissioni o inesattezze o all’omessa comunicazione della proroga o della risoluzione di un contratto d’affitto con cedolare secca.
Sempre l’Agenzia passa a elencare tutte le violazioni che non sono ammesse alla regolarizzazione, tra queste l’omessa presentazione del modello F24 a saldo zero, della dichiarazione dei redditi senza debito d’imposta, dei modelli per gli studi di settore.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it