Non c’è più il surriscaldamento globale di una volta

Non c’è più il surriscaldamento globale di una volta

L’ambiente è diventato un argomento sacro. Oggi pressoché qualsiasi cosa gravita attorno all’inquinamento e alla CO2. Intere redazioni di gggiovani (che, dico per esperienza diretta, han tutti vestiti di Zara e posate di plastica) tuonano contro il surriscaldamento globale. Una ragazzina di sedici anni viene sballottata qui e lì per il globo mentre racconta di riuscire a vedere l’anidride carbonica alzarsi verso il cielo. Anche solo nominare l’argomento fa partire risse sanguinose alle feste universitarie o alle macchinette del caffè. Naturalmente è diventata un’arma politica: la sinistra è certa che il pianeta sia alla fine. La destra dice che sono tutte cazzate. Tutti sono certi di avere la risposta giusta.

Oggi se uno mi domanda se credo o meno al global warming, dico che non lo so

A patto l’interlocutrice non mi attragga sessualmente.
In quel caso salto a bordo del carro del vincitore.

Forse perché tendo a non fidarmi di chi ha granitiche certezze e le espone a denti stretti e voce alta. Forse perché tutti parlano contemporaneamente contraddicendosi, ma non ho ancora ben chiara la questione. Di mio compro quasi solo roba usata, ho cambiato PC dopo 15 anni, ho la stessa vecchia 600 a benzina, faccio la differenziata e chiudo il rubinetto quando mi lavo i denti o faccio la barba. Ah, e lavo i piatti. Questo è il mio fondamentale contributo all’ambiente; non sono Greenpeace ma nemmeno la BP.

L’isteria avviene alla minima variazione climatica

Fateci caso: non importa se fa freddo o caldo, è comunque colpa del surriscaldamento globale. A quanto pare si va verso inverni sempre più freddi ed estati sempre più calde ma anche verso verso inverni sempre più caldi ed estati più fredde. Quand’è agosto, arrivano i titoli “mai un’estate così calda/fredda dall’anno X” e altrettanto a febbraio. Si cita l’anno senza estate del 1816. Il grande freddo del 1962. È l’estate più calda del secolo, o degli ultimi 50 anni. Ma la Terra ha 4,5 miliardi di anni; un secolo o mille secoli sono rilevanti come un battito di ciglia. La nostra era è la quaternaria, 2,58 milioni di anni. Ci sono alberi che hanno quasi 5000 anni. Ho la sensazione quest’ossessione per il clima sia una sorta di pareidolia; voler vedere una matrice in qualcosa che invece è casuale.

Magari è un’impressione

Quando dico di non avere certezze, arriva qualcuno a postarmi link “indiscutibili”. Poi ne arriva un altro e me ne posta di altrettanto indiscutibili, ma che dicono l’opposto. I due finiscono a urlarsi dietro dopo cinque minuti. Ere glaciali, mini ere glaciali, tempeste solari, eruzioni vulcaniche; ci piace pensare di essere qualcosa di più che formiche su un macigno che gravita attorno a una palla di fuoco gigantesca sospesi nel nulla.

Una sorta di nuova religione, ora che quella vecchia ha perso appeal.

Ma un buon restyling potrebbe rimettere tutto a posto.
Allego un suggerimento.

In 39 anni ho visto estati più calde e inverni più freddi. Nel 1986 ho visto nevicare in agosto, estati mancate, inverni gelidi. Ho visto cambiare il colore dei palazzi per l’inquinamento e le polveri sottili, vedo le macchine a Milano coprirsi di una sinistra sabbietta nera quando non piove tanto.

Davvero il pianeta ha le ore contate? Boh.

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