Tra pochi giorni i cittadini dei 28 Stati membri dell’Unione europea saranno chiamati a rinnovare il Parlamento europeo, in una tornata elettorale definita come storica da più parti. Gran parte delle forze politiche coinvolte, infatti, si propone di riformare l’Unione, sebbene in con intensità e obiettivi differenti.
Alla luce di tali sfide, rivediamo insieme quali sono i principi su cui si fonda l’Unione europea.
Elezioni 26 maggio 2019, principi fondamentali: attribuzione, sussidiarietà e proporzionalità
Nata con il trattato di Roma del 1957 che istituiva la Comunità economica europea, l’Unione Europea si è dotata negli anni di una serie di trattati e atti che hanno via via regolamentato la sua azione e i rapporti con gli Stati nazionali.
Tra questi il più importante è il Trattato di Maastricht, spesso abbreviato in TUE, Trattato sull’Unione europea, che nel 1992 ha segnato il passaggio dalla Comunità economia europea all’Unione, fondata su tre pilastri.
Alla dimensione comunitaria, che racchiudeva CECA, CEE e CEEA, vennero affiancati altri due pilastri: la politica estera e di sicurezza comune (Pesc) e la cooperazione giudiziaria e di polizia.
Ma all’interno di quel Trattato sono anche dettati i principi fondamentali che regolano i limiti e le competenze dell’Unione europea. In particolare, sono stabiliti all’art. 5 del Tue.
Il primo è il principio di attribuzione: “L’Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei trattati per realizzare gli obiettivi da questi stabiliti. Qualsiasi competenza non attribuita all’Unione nei trattati appartiene agli Stati membri”.
L’Unione, secondo quanto stabilito dall’art 3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) ha competenza esclusiva in materia di unione doganale, politica monetaria, politica commerciale comune, regole della concorrenza del mercato interno e politica comune della pesca.
Molti più settori, invece, ricadano nella competenza concorrente: dalle politiche sociali all’ambiente, dalla coesione economica ai trasporti, passando energia, giustizia e sicurezza.
Il secondo riguarda il principio di sussidiarietà che delimita il confine delle competenze tra Unione e Stati. “L’Unione interviene soltanto se e in quanto gli obiettivi dell’azione prevista non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo della portata o degli effetti dell’azione in questione, essere conseguiti meglio a livello di Unione”.
Infine il principio di proporzionalità, in virtù del quale il contenuto e la forma dell’azione dell’Unione si limitano a quanto necessario per il conseguimento degli obiettivi dei trattati.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it